Villa Gregoriana, un fiume di leggende

Villa Gregoriana, un fiume di leggende

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Villa Gregoriana, un fiume di leggende
Villa Gregoriana

02 dicembre 2011

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Se scegli di avventurarti nel Parco di Villa Gregoriana sappi che non godrai solo della ricchezza storica e artistica offerta da questo posto. Preparati a conoscerne i miti e le leggende, lasciati trasportare dal mistero e dal fascino che da secoli e secoli accompagna questi luoghi, non ne rimarrai deluso.

Se hai scelto di regalarti un weekend a Tivoli e il tempo dovesse, malauguratamente, volgere al peggio, non disperare: le nubi e il temporale possono essere l'opportunità per vivere il vero volto del Parco di Villa Gregoriana e sentire la voce dell'Aniene. Secondo la leggenda, il fiume era inizialmente conosciuto come Parensio ma cambiò nome in Aniene in seguito al re etrusco Anio che vi morì annegato mentre era in cerca della figlia, Salea. Càteto, capitano della guardia regia, si innamorò della giovane e bella fanciulla e decise di rapirla. Quando Anio lo scoprì radunò un certo numero di uomini per dare la caccia all'infame che aveva osato rapire sua figlia, ma non ce la fece ad aspettare l'alba e, anticipando i suoi uomini, giunse sulle rive del fiume per guadarlo e proseguire l'inseguimento. Quella notte a Tivoli il fiume era gonfio e inquieto a causa di un grosso temporale: la violenza delle acque lo travolse e Anio e il suo cavallo scomparvero nel fiume. Da allora quando il cielo è coperto di nubi e le forze della natura si scatenano si può ancora sentire il lamento di Anio, sempre alla ricerca dell'adorata figlia Salea.

Un'altro spirito disperso nel Parco anima le notti dei tiburtini. Il giorno del solstizio d'estate, ogni anno, è possibile sentire un canto seducente provenire dalla Grotta delle Sirene, situata all'interno del Parco Villa Gregoriana e sormontata dal Ponte Lupo. E' la voce di Abira, imprigionata ormai dai tempi dei tempi. La leggenda narra che Nettuno, il famoso dio del mare, scelse una grotta vicino al fiume Aniene per far risiedere alcune ninfe, sue amanti. Le ninfe, tra cui Abira, avevano però l'obbligo di non uscire mai dalla Grotta di Nettuno, potevano avere tutto quello che volevano ma dovevano essere solo sue. Un giorno Abira, incuriosita da dei rumori strani provenienti dal bosco e simili a un lamento, uscì dalla grotta. Nettuno la scoprì e la punì trasformandola in sirena per l'eternità e costringendola a vivere da sola nella Grotta delle Sirene, con un guardiano costante per controllarla giorno e notte affinché lei non disobbedisse. Così, ancora oggi, durante il solstizio d'estate, è possibile sentire un canto seducente provenire dalla Grotta delle Sirene, all'interno del Parco di Villa Gregoriana: è la voce di Abira che cerca di convincere e sedurre il Lupo a concederle la libertà.

Quando visiti il Parco di Villa Gregoriana cerca di ricordare questi miti e leggende che la animano, saprai così riconoscere la vera voce dell'Aniene e la dolce melodia che si ode il giorno del solstizio d'estate.

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Foto: © Tommaso Bonaventura

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