18 giugno 2010
“Il sole calava dietro al ciglio del monte Brè e l'ombra oscurava rapidamente la costa precipitosa e le case di Oria, imprimeva, violacea e cupa, il profilo del monte sul verde luminoso delle onde che correvano oblique a ponente, grandi ancora ma senza puma, nella breva stanca. Casa Ribera si era oscurata ultima. Addossata ai ripidi vigneti della montagna, sparsi d'ulivi, essa cavalca la viottola che costeggia il lago, e pianta nell'onda viva una fronte modesta, fiancheggiata a ponente, verso il villaggio, da un giardinetto pensile a due ripiani, a levante, verso la chiesa, da una piccola terrazza gittata su pilastri che inquadrano un pezzo di sagrato. Entra in quella fronte una piccola darsena dove allora si dondolava, fra lo schiamazzar delle onde, il battello di Franco e Luisa”.
Sono le stesse parole di Antonio Fogazzaro, immortalate nel capolavoro “Piccolo mondo antico”, a creare la magia di Villa Fogazzaro Roi: una straordinaria sintonia tra il paesaggio culturale che vive nel romanzo e il paesaggio reale che rende unica la splendida villa affacciata sulla sponda italiana del Lago di Lugano. Grazie alla generosità del marchese Giuseppe Roi, pronipote del grande scrittore, che l'ha donata al FAI inserendola nel proprio Lascito testamentario, la Villa entra a far parte della grande famiglia dei Beni della Fondazione per essere restaurata e riaperta al pubblico.
Così come descritta in “Piccolo mondo antico” appare oggi nella realtà Villa Fogazzaro Roi, la casa dove Antonio Fogazzaro ha scritto e ambientato il suo capolavoro. Un paesaggio tipico della nostra Italia, ma al tempo stesso ormai praticamente dimenticato. Quasi a riflettere la poca attenzione rivolta dagli italiani al grande scrittore, infatti, anche il luogo dove sorge la Villa è un angolo nascosto e poco conosciuto nonostante quelle onde del lago sotto le nuvole basse, le montagne a strapiombo sulle sponde, i boschi, la nebbia, il vento che condizionano e riflettono gli stati d'animo dei personaggi del romanzo.
“Noi del FAI non siamo stati chiamati a realizzare un progetto nuovo – ha spiegato Marco Magnifico, Vice Presidente esecutivo del FAI, durante la presentazione ufficiale – ma semplicemente a proseguire il progetto culturale di Giuseppe Roi che fece di questa casa un piccolo mausoleo di Antonio Fogazzaro. Nostra responsabilità sarà di raggiungere questo obiettivo mantenendo lo stesso stile e lo stesso livello di eccellenza”.
L'intervento del FAI seguirà due binari fondamentali: da una parte il “progetto fisico”, che prevede i lavori necessari a riaprire la Villa al pubblico; dall'altra il “progetto culturale”, che si basa su tre temi principali: l'incredibile sintonia tra il paesaggio che emerge dal romanzo di Fogazzaro e quello reale, lo straordinario valore civile e sociale della Villa che acquista ancor più importanza in vista delle celebrazioni dell'anniversario dell'Unità d'Italia, e la straordinaria forza delle storie personali che si sono svolte tra le mura della Villa e quelle familiari del romanzo.
Obiettivo del FAI sarà valorizzare non solo la Villa ma l'intero paese di Oria, favorendo la nascita di una rete virtuosa tra le varie frazioni di Valsolda, coinvolgendo le comunità locali.
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