Villa dei Vescovi, il Sustris ritrovato

Villa dei Vescovi, il Sustris ritrovato

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Villa dei Vescovi, il Sustris ritrovato
Villa dei Vescovi

21 dicembre 2009

Fondamentale quanto delicato si è rivelato il restauro degli affreschi di Villa dei Vescovi a Luvigliano (PD), donata al FAI da Vittorio Olcese. Realizzato dall'architetto Giovanni Maria Falconetto tra il 1535 e il 1542 per la curia padovana, questo straordinario edificio è stato affrescato tra il 1542 e il 1544 da Lambert Sustris (Amsterdam 1515-Venezia 1616), importante pittore fiammingo che aveva lavorato a lungo a fianco di Tiziano e che ha fortemente contribuito alla diffusione nel Veneto della Maniera romana e centroitaliana. L'intervento di restauro è stato affidato dal FAI a Pinin Brambilla Barcilon, con la consulenza scientifica di Elisabetta Saccomani, docente di Arte moderna all'Università di Padova, ed è stato realizzato grazie al contributo di ARCUS. Abbiamo chiesto a Elisabetta Saccomani di raccontarci l'importanza del lavoro per confermare la portata innovativa del pittore fiammingo.

I recenti restauri degli affreschi hanno portato qualche novità relativamente al ruolo di Lambert Sustris nella Villa di Luvigliano?
Il ruolo principale svolto da Sustris sia nell'ideazione complessiva dell'impianto decorativo sia nell'esecuzione della maggior parte delle pitture è senz'altro confermato. Sebbene, come del resto si evince dai documenti, dovette lavorare a Luvigliano anche Gualtiero Padovano (“socio” dell'Olandese in altre imprese decorative di quegli anni), i paesaggi, i trofei con vasi ed elmi decorati, così come sono emersi dal restauro, sono sicuramente di Sustris. Così come sono certamente sue le figure principali, paludate “all'antica”, peraltro in gran parte irrimediabilmente deturpate dalle vecchie ridipinture.

In che modo il restauro ha permesso di evidenziare questi importanti particolari?
Gli affreschi erano stati molto manomessi tra il XVI e il XX secolo: prima coprendo le figure dei nudi, successivamente (a metà Settecento) con una decorazione a finti stucchi, scialbando e discialbando la superficie dipinta e infine eseguendo diverse ridipinture. Ora tutti questi pesanti interventi sono stati alleggeriti e ricalibrati, secondo criteri di intervento concordati con la restauratrice, la Soprintendente Maria Spiazzi e il Comitato Scientifico.

Le sembra che la scelta di Pinin Brambilla come responsabile del restauro si sia confermata valida?
La Brambilla ha eseguito un lavoro magistrale, sia nell'alleggerire gli interventi precedenti sia nel ricostruire con grande sensibilità gli impianti architettonici originali, avvalendosi di un sistema di velature molto discreto. Dopo il restauro degli interni, si è intervento nelle Logge presenti su due facciate della Villa.

In che modo questi due ambienti esterni possono ora mostrare la portata innovativa della pittura di Sustris?
Nelle Logge Sustris riprende pittoricamente le arcate che danno sul paesaggio reale e ricrea un paesaggio pittorico di matrice romana, che anche si rifà a quanto ideato in palazzo Te aMantova dal celebre Giulio Romano. Si tratta dei primi esempi di quest'arte nel Veneto, arte che si ritroverà vent'anni dopo a Maser con Veronese. Anche gli interni comunque sono ascrivibili a Sustris e mostrano altri motivi di ispirazione romana e raffaellesca (trofei, vasi e figure paludate) del tutto inediti per il Veneto. Il pittore era stato a Roma e, intorno agli anni 1539-1540, importò la cultura raffaellesca e dell'antico a Venezia, e poi a Padova: nella Sala dei Giganti, nell'Odeo Cornaro - che è un po' il prototipo della villa veneta - e infine nella Villa dei Vescovi. Nel Veneto quindi Luvigliano è il modello di questa cultura nel campo della decorazione d'interni.

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