13 giugno 2014
Le vecchie cartiere abbandonate all'oblio, le cartiere Amicucci bisognose di un urgente intervento di messa in sicurezza e valorizzazione, il complesso termale, la Rocca Pia, il castello quattrocentesco chiuso da 25 anni, il complesso del Mausoleo dei Plauzi intorno al quale è stato costruito un muro in cemento armato: sono davvero tante le urgenze a Tivoli (Roma). Tra queste l'emergenza più grande è sicuramente Villa Adriana, un bene che oggi rischia di perdere lo status di Patrimonio dell'Umanità, primo caso al mondo, a causa di un progetto di lottizzazione che prevede 180.000 metri cubi di cemento intorno alla Villa.
Tutto ha inizio negli anni '80 quando il Piano Regolatore della città di Tivoli autorizza la cementificazione di un milione di metri cubi nell'area adiacente a Villa Adriana. Nel 1999 la Villa viene dichiarata dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità: il World Heritage Centre istituisce quindi, con un accordo internazionale siglato dalla Repubblica Italiana, una ‘buffer zone', una sorta di zona ‘cuscinetto' intorno alla Villa per proteggerne il paesaggio e l'area archeologica. Nel 2011 viene approvata in via definitiva la ‘lottizzazione Nathan', che prende il nome dell'immobiliare coinvolto: l'anno successivo viene fatto un ricorso al Tar Lazio e, quasi contemporaneamente, l'Unesco, venuto a conoscenza della situazione, richiede, come da protocollo, maggiori informazioni al Comune di Tivoli. Così nel febbraio del 2014 viene realizzato dal Governo italiano e dal comune della città un report sullo stato di conservazione di Villa Adriana, al quale si aggiunge un secondo report sulla valutazione dell'impatto della lottizzazione, in stesura proprio in questi giorni.
“Tivoli è una città ricchissima di storia, cultura e bellezza e chiunque verrà eletto dovrà avere ben presente il peso, così come la grande opportunità, di dover preservare e valorizzare questa preziosissima eredità per tutti e per le generazioni future”: l'appello inviato lo scorso 15 maggio da Andrea Carandini, Presidente del FAI, ai candidati Sindaco di Tivoli sembra essere stato accolto da Giuseppe Proietti (liste civiche), nuovo sindaco della città eletto l'8 giugno scorso. "Ho già proposto – ha dichiarato Proietti nella lettera in risposta a Carandini - che la futura Amministrazione comunale, una volta accertata in sede giudiziaria l'eventuale "condicio" di diritti acquisiti da parte dei titolari della lottizzazione Nathan, dovrebbe avviare con loro un confronto concreto e trasparente per 'delocalizzare' l'investimento, già ivi previsto, proprio sui complessi delle vecchie cartiere.” Spetterà infatti al TAR stabilire se il titolare del progetto abbia dei diritti acquisiti tali per cui, in caso di interruzione dal Comune, possa richiedere il pagamento di danni, in questo caso la ‘delocalizzazione' dell'investimento in una zona più funzionale permetterebbe di evitare spese al comune e, allo stesso tempo, di riqualificare e valorizzare una zona della città abbandonata.“E' una fortuna per Tivoli averla primo cittadino – ha scritto il Presidente del FAI al nuovo sindaco della città – Il mio pensiero va agli ultimi due piani delle tre palazzine sole a deturpare il paesaggio meraviglioso che si gode dai templi dell'acropoli. Penso a Villa Adriana prima minacciata da una discarica e ora da centinaia di migliaia di metri cubi….”. Pieno sostegno del FAI, dunque, al nuovo sindaco di Tivoli e alla proposta di tutelare il più possibile Villa Adriana evitando la perdita dello status di Patrimonio dell'Umanità.
“Il FAI da tempo ha lanciato il grido di allarme – dichiara Andrea Carandini- e chiede ora alle istituzioni un'accelerazione straordinaria per salvare la Villa e il prestigioso riconoscimento, per dimostrare al mondo che l'Italia è davvero in grado di meritare l'enorme tesoro d'arte e storia che la Repubblica gli impone di tutelare per norma costituzionale e per l'interesse generale che l'opinione pubblica sostiene.” “La richiesta di Valutazione da parte dell'UNESCO non ha precedenti in Italia – continua Carandini - e testimonia la gravità del momento. Bene ha fatto il Ministro Franceschini a definire inaccettabile questa situazione, annunciando un eventuale procedimento di revisione degli atti fin qui adottati.”
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