Viaggio nell’Italia virtuosa. Il villaggio rupestre di Lama D’Antico

Viaggio nell’Italia virtuosa. Il villaggio rupestre di Lama D’Antico

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Viaggio nell’Italia virtuosa. Il villaggio rupestre di Lama D’Antico
Focus

04 febbraio 2021

Continua il viaggio nell’Italia virtuosa di Giuliano Volpe. Nella sesta tappa ci accompagna in un contesto rupestre di straordinaria qualità paesaggistica e culturale: il villaggio medievale di Lama D’Antico, nel territorio di Fasano in Puglia.

In Puglia, dove da alcuni anni anche il FAI ha un sito recuperato e gestito meravigliosamente, l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, assolutamente da non perdere, sono presenti anche varie altre interessanti realtà di gestione “dal basso” del patrimonio culturale. Ne segnalo una in un contesto rupestre di straordinaria qualità paesaggistica e cultura, il villaggio medievale di Lama D’Antico, nel territorio di Fasano.

Com’è noto il paesaggio pugliese è attraversato dalle “lame”, caratteristici solchi fluviali. Una di queste è appunto Lama D’Antico, un ecosistema di grande pregio anche sotto il profilo vegetale, con meravigliose espressioni della macchia mediterranea (lentisco, anagiride, capperi, ecc.), in una campagna dominata da ulivi secolari, denso di storia, grazie a un sistema di grotte abitate in particolare in età medievale, come espressione di un diverso modo di vivere, lavorare, pregare.

Il villaggio, una delle manifestazioni più monumentali dell’habitat rupestre, è ora ben attrezzato come parco archeologico (con centro informazioni, visite guidate, servizi, area pic-nic, parcheggi) e consente di effettuare un vero e proprio viaggio nel Medioevo, tra le varie espressioni della vita quotidiana, nelle abitazioni, nelle grotte laboratorio, nelle stalle, nelle chiese.

Il fulcro del villaggio rupestre è la chiesa di Lama d'Antico, una delle più grandi della Puglia. Monumentale nelle dimensioni e dotata di un pregevole apparato architettonico e pittorico, con chiari influssi orientali, è articolata in due navate. Tutta la chiesa doveva essere in origine affrescata, come documentano i tanti resti, tra cui si segnala la straordinaria immagine nell’abside con la Maiestas Domini, con il Cristo racchiuso in un ovale e ai lati i simboli degli evangelisti, San Giovanni Battista e la Madonna con il Bambino.

Non meno interessanti sono le grotte adibite ad abitazioni o a opifici, articolate in vari vani, ricche di tracce e segni lasciati nel corso del tempo da chi in queste dimore ha vissuto, dormito, lavorato, animando la vita e l’economia del villaggio con derrate alimentari (come dimostrano anche i resti di torchi e vasche di decantazione dell’olio) o manufatti artigianali.

Altre chiese rupestri sono quella di San Giovanni, che conserva l'antica iconostasi e straordinari cicli pittorici, con la raffigurazione di santi, e quella di San Lorenzo, uno spazio sacro dalle coloratissime decorazioni pittoriche in cui l’architettura scavata nella roccia si modella ancor di più in funzione della liturgia.

Questo complesso, di proprietà del Comune di Fasano, è ora gestito dalla Fondazione San Domenico, una benemerita istituzione nata per sostenere la ricerca, la tutela e la valorizzazione degli insediamenti rupestri nei territori di Fasano e Monopoli, e dalla cooperativa ARS. Un esempio significativo di gestione con il coinvolgimento di alcune delle espressioni migliori della società, degli studi, dell’associazionismo, dell’imprenditoria pugliese.

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