11 marzo 2021
Il Pollino è un luogo magnifico. Un Parco Nazionale ricco di paesaggi e di cultura. Con i suoi 180.000 ettari di territorio, è l’area protetta più grande d’Italia. È il regno del pino loricato e le cime più alte del Parco, fatte di rocce calcaree e dolomitiche, superano i 2.000 metri.
Sul versante lucano, vorrei segnalare un progetto in corso da anni, tra alti e bassi: “ArtePollino” promosso un’associazione nata nel 2009, che ha curato la realizzazione di alcune installazioni artistiche: RB-Ride dell’artista belga Carsten Holler, a Timpa della Guardia a San Severino Lucano, Earth Cinema dell’anglo-indiano Anish Kapoor nel parco delle terme in località Calda a Latronico e il Teatro Vegetale di Giuseppe Penone realizzato a Noepoli.
A queste opere si sono aggiunti tre lavori di arte partecipata (Qui e non altrove), che hanno visto il coinvolgimento delle comunità locali.
Purtroppo, una volta esauriti i contributi regionali e completato il progetto, l’operazione si è bloccata e i Comuni hanno difficoltà a curare la necessaria manutenzione delle opere a cielo aperto. Un classico, insomma, della gestione curata direttamente da enti pubblici, che certamente non sono in grado, per vari motivi, di farsi carico di tali imprese. È anche l’ennesima dimostrazione dei rischi che corre un progetto di gestione quando dipende solo dai contributi pubblici.
Eppure i risultati ottenuti dalle tante attività svolte sono stati eccellenti, anche in termini di incremento delle presenze turistiche in queste zone interne della Basilicata. Da una prima stima prudenziale riferita al solo primo anno di attività è infatti emerso che l'aumento di turisti ha portato a una ricaduta economica sul territorio del Pollino lucano di circa mezzo milione di euro.
Gli organizzatori di “ArtePollino” non si sono dati per vinti. Lo dimostra il MULA+, il Museo di Latronico, un sistema costituito dal Museo Civico Archeologico, dal Museo delle Arti, dei Mestieri e della Civiltà Contadina, dal Museo del Termalismo e, infine, dalla Biblioteca comunale. La gestione è stata affidata alla cooperativa Tellusmater, che gestisce anche un CEAS (Centro di Educazione Ambientale per la Sostenibilità).Particolare interesse ha il Museo della Civiltà Contadina con centinaia di attrezzi da lavoro (del falegname, del fabbro, del calzolaio, del maniscalco e dello stagnino, ecc.) e oggetti d'uso domestico. Notevole è anche il Museo del Termalismo che ha sede nei locali del primo stabilimento termale di Latronico, costruito nel 1928. Si sta anche tentando di far rinascere antiche lavorazioni artigianali, come quella della pietra grigia, del legno, del biscotto a otto tipico di Latronico, o quella del ricamo, con la particolare tecnica del puntino ad ago. Inoltre i musei si sono sempre più trasformati in luoghi di incontro per la comunità locale, oltre che per i visitatori, aperti a scambi culturali, spettacoli, concerti, mostre e altri eventi. Assolutamente da non perdere sono, poi, le escursioni organizzate nel territorio del Pollino con guide specializzate.
Luci ed ombre, dunque, in queste belle esperienze lucane. Ma certamente più luci che ombre. E anche tanta passione e tanto impegno di giovani che intendono fare di alcune aree interne della Basilicata, con il loro straordinario patrimonio culturale e paesaggistico, un esempio di come si possano sperimentare forme innovative di gestione, di lavoro e di economia pulita e sostenibile, grazie alla cultura: un laboratorio per un altro Sud.