31 agosto 2021
I ponti sono importanti: consentono di superare fiumi e altri ostacoli nel nostro percorso. Per questo l’uomo ha costruito ponti già da età pre-protostorica fino a oggi. Costruire ponti è stata sempre un’attività tecnica e al tempo stesso sacra, come spiega bene la parola pontifex.
Alcuni ponti poi sono legati a momenti storici fondamentali. Uno di questi è il Real Ferdinando, il ponte borbonico sul Garigliano, il primo in Europa sospeso su catenarie in ferro, opera dell’ingegnere Luigi Giura, che lo progettò e lo realizzò tra il 1828 e il 1832. Un esempio di ingegneria che poneva il regno napoletano all’avanguardia: «Lassate fa‘ ‘o guaglione» pare siano state le parole con cui Re Ferdinando II diede il placet al progetto di Giura, mettendo a tacere anche chi esprimeva perplessità su un progetto così avveniristico.
Proprio dal nome di Luigi Giura si è costituito alcuni anni fa un Comitato, costituito da cittadini, professionisti, appassionati, che si è molto impegnato, in collaborazione con la locale Soprintendenza, nella gestione del parco nato intorno a questa straordinaria opera, con un’azione “dal basso”, secondo i principi della Convenzione di Faro, a partire dalla scuola e dai ragazzi: visite guidate, laboratori, illustrazione degli aspetti tecnici e ingegneristici (come le catene a maglie forgiate nella ferriera Filangieri di Candida) e di quelli decorativi (come le colonne dal gusto egittizzante e le sfingi, frutto dell’egittomania scoppiata in Europa dopo i primi scavi in Egitto).
Il ponte sul tracciato della via Appia è posto in un territorio dal ricchissimo patrimonio archeologico, con la vicina Minturnae, importantissima città romana in una campagna fertile e produttiva, i cui scavi furono avviati proprio dai Borboni.
Numerose le attività di sensibilizzazione, basate soprattutto sul racconto delle tante storie legate al ponte. A cominciare dai grandi eventi, come la battaglia del Garigliano tra il 29 ottobre e il 2 novembre del 1860, ultimo atto dell’unificazione dell’Italia, o le feroci battaglie lungo la linea Gustav nella Seconda guerra mondiale, che provocarono anche la distruzione dell’impalcato il 14 ottobre 1943. Il ponte era infatti considerato un delicato punto strategico.
Tra le tante iniziative organizzate negli anni scorsi dal Comitato ci sono state la “Festa del Ponte”, con la partecipazione di studenti delle scuole primarie e secondarie di Minturno, il gemellaggio tra Minturno e Ortona, città terminali della linea Gustav, rievocazioni e commemorazioni, reading, mostre e manifestazioni varie, come “Il ponte in musica”, “Teatro al ponte”, la gara di canoa “Garigliano cup”: insomma un insieme di attività finalizzate a creare una “comunità di patrimonio” intorno al ponte, avvicinando la cittadinanza al monumento e al suo contesto paesaggistico, per poterne garantire la conoscenza, la tutela e la valorizzazione. Ha inoltre elaborato una serie di progetti per recuperare le risorse necessarie per far vivere questo monumento grazie alle tante iniziative organizzate negli ultimi anni.
Il "Comitato Luigi Giura" è dunque una di quelle realtà virtuose che popolano l’Italia, spesso sconosciute, animate da passione e voglia di impegnarsi per il proprio territorio e la propria comunità, ricche di competenze e intelligenze che desiderano solo di mettersi al servizio. Ecco uno di questi casi di bene culturale in cui sarebbe bello vedere attuato un partenariato pubblico-privato, oggi possibile grazie a un articolo (il 151) del Codice degli appalti, come si sta felicemente sperimentando alla Piscina Mirabilis di Bacoli e al “Tempio di Serapide” - macellum di Pozzuoli grazie all’intelligente e lungimirante iniziativa del Parco dei Campi Flegrei.
Il Ponte Real Ferdinando, peraltro, può rappresentare una tappa importante della valorizzazione del percorso della Via Appia. C’è da augurarsi allora che il Comitato continui a essere coinvolto attivamente nella valorizzazione e gestione del ponte. Sarebbe un grave errore fare a meno di queste risorse che la società italiana fortunatamente mette a disposizione della tutela e della valorizzazione del nostro ricco e diffuso patrimonio culturale.
Immagine in evidenza: ph. Franco Spinelli – Wikimedia