26 marzo 2012
I viaggi “FAI&GO”? Non si tratta solo di visitare un Paese nuovo ma, soprattutto, di fare amicizia. Parola di Stefano Caldirola, docente di Storia Contemporanea dell'Asia all'Università di Bergamo che, lo scorso dicembre, ha guidato un gruppo di 21 viaggiatori tra i 20 e i 40 anni alla scoperta dell'India classica nel primo dei viaggi che il FAI dedica interamente ai giovani. Un'occasione unica per avere in dodici giorni la più ampia visione possibile della complessa e diversificata realtà indiana, partendo dalla zona più nota del Triangolo d'oro per arrivare poi ai luoghi meno conosciuti dell'India centrale, come i villaggi rurali di Orchha e Datia.“L'importanza di viaggi come questo – spiega il professor Caldirola – è la possibilità di creare un gruppo affiatato fra persone fra loro per tanti aspetti eterogenee, sia dal punto di vista della provenienza geografica, perché arrivavano da tutta Italia, sia per i percorsi di vita personali. L'armonia che abbiamo creato, anche grazie alla regia impeccabile del FAI, ha reso davvero speciale questa esperienza, permettendoci di superare le inevitabili difficoltà che un viaggio come questo comporta”.
Tanti i momenti indimenticabili vissuti dai viaggiatori. Nel suo diario di viaggio virtuale, Stefano Caldirola ha scelto per noi i più significativi.
31 dicembre 2011: un capodanno esclusivo
Festa dell'ultimo dell'anno organizzata in albergo da giovani indiani con discoteca (una pista era sul tetto dell'hotel… non male passare un capodanno all'aperto!) e musiche occidentali e bollywoodiane. I nostri ragazzi hanno avuto modo di scoprire abitudini e stili di vita di persone del luogo non strettamente legate al mondo del turismo o a quello della tradizione.
1 gennaio 2012: sposarsi su un cavallo bianco
Abbiamo organizzato insieme ai ragazzi un matrimonio hindu a sorpresa per Giulia, responsabile del viaggio FAI, e suo marito Giovanni, con la presenza di un vero pandit, la lettura dei mantra, gli abiti cerimoniali e il barat, la
tradizionale processione con lo sposo che avanza su un cavallo bianco. È stata un'altra occasione per toccare con mano rituali altrimenti molto difficili da vedere e da vivere.
2 gennaio 2012: la luce del Taj Mahal
Sempre in grado di lasciare a bocca aperta, il celebre mausoleo ha affascinato tutti con l'armonia delle sue forme e i colori che brillavano sotto la luce del sole.
3 gennaio 2012: meraviglie in solitudine
Come tutti gli avvenimenti inaspettati, la deviazione decisa all'ultimo momento a Datia ha regalato un'esperienza unica. La visita al piccolo villaggio rurale privo di turisti, che si trova sulla strada fra Gwalior e Orchha, ci ha permesso di assaporare la serenità di un posto magico. Il custode ha aperto solo per noi il vecchio Palazzo dei Maraja Bundela, dichiarato patrimonio dell'Archaeological Survey of India.
6/7 gennaio 2012: Benares
Si finisce con la scoperta del cuore delle tradizioni indiane: una doppia visita in barca sul Gange. La sera siamo rimasti affascinati dall'arthi, un rituale per la Dea Ganga, mentre la mattina alle 5 abbiamo assistito in silenzio al
risveglio della città di Benares mentre i pellegrini si bagnavano nelle gelide acque del fiume.
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