21 marzo 2014
Eccezionalmente aperto al pubblico in occasione delle Giornate FAI di Primavera, il 22 e 23 marzo 2014, il Velodromo Vigorelli è salvo grazie anche all'impegno del FAI. A seguito del decreto di vincolo posto dalla Direzione Regionale della Lombardia che lo ha definito un bene culturale da tutelare, precisando gli effettivi elementi di interesse della struttura e la centralità della conservazione e dell'uso della pista storica, l'Assessore allo Sport e Tempo Libero Chiara Bisconti ha recentemente annunciato il progetto di restauro e riapertura dell'impianto.
Lo storico tempio del ciclismo milanese rischiava di essere riqualificato perdendo la propria identità. Il progetto vincente del concorso internazionale indetto dal Comune di Milano per la riconversione del velodromo prevedeva, infatti, la costruzione di un'arena multi-disciplinare con una futuristica copertura in acciaio la cui forma sinuosa avrebbe dovuto richiamare le famose paraboliche della pista, senza però tenere conto che proprio il ciclismo sarebbe stato tagliato fuori dal nuovo impianto pensato soprattutto per diventare la casa milanese del rugby. Per la bicicletta, invece, si sarebbe dovuti ricorrere a una pista montabile, sul cui utilizzo il Comitato nato a difesa del Vigorelli era molto scettico, in quanto nessuno dei disegni che illustrava la realizzazione del progetto mostrava con chiarezza la pista destinata al ciclismo.
Il FAI è intervenuto in prima persona in queste polemiche e ha lanciato un appello per la tutela del Vigorelli dichiarando che il progetto vincitore del concorso indetto dal Comune di Milano sarebbe intervenuto in modo inadeguato su un manufatto architettonico di pregio, simbolo della città di Milano e considerato un bene identitario per i cittadini. “Non c'è bisogno di ricordare il profondo valore culturale e sportivo del Velodromo Vigorelli - afferma il Presidente Regionale FAI Lombardia - che in più di settanta anni di vita ha dato lustro e prestigio alla nostra città, sia per il valore intrinseco dell'edificio (in particolare della sua leggendaria pista) sia per l'importanza storica e sociale degli avvenimenti che si sono svolti al suo interno. L'esito del concorso di progettazione e la sua eventuale messa in opera rischiano seriamente di cancellare questi settanta anni di storia e tradizione”.
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