Valorizzare i Beni culturali: il modello inglese

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Valorizzare i Beni culturali: il modello inglese
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10 settembre 2013

Il FAI nasce ispirandosi al National Trust, la grande associazione inglese che oggi vanta più di trecento Beni storici e naturalistici tutelati in Inghilterra. Nei giorni scorsi l'ex Direttore generale del National Trust Fiona Reynolds ha condiviso esperienze e suggerimenti con il FAI. Il Presidente FAI Andrea Carandini alla luce di questo incontro invita a "trasformare la crisi in opportunità".

Il FAI nasce nel 1975 ispirandosi al National Trust, la Fondazione inglese che ha l'obiettivo di salvaguardare il patrimonio artistico e culturale del Paese e che oggi può contare su quattro milioni di membri-donatori; oltre trecento Beni artistici e naturalistici tutelati, 19 milioni di visitatori; 62.000 volontari attivi e 435,6 milioni di sterline di incassi.

La scorsa settimana il FAI ha avuto ospite Fiona Reynolds che è stata Direttore del National Trust per 11 anni, un periodo di enorme crescita per l'associazione. Fiona Reynolds assicura che il modello del National Trust è esportabile anche in Italia purché venga adattato a una realtà diversa, “più ricca e articolata”, com'è quella italiana.

Fiona Reynolds "Ogni visita deve essere un'esperienza piacevole"

Fiona Reynolds ha riassunto al Corriere della Sera del 7 settembre scorso la sua esperienza al National Trust: “Quando sono arrivata - ammette - ho trovato un'associazione francamente polverosa e, diciamo la verità, assai noiosa. Ho pensato che la cosa migliore fosse innanzitutto aprirsi ancora di più alla gente, a tutte le categorie di persone, alle famiglie intere, bambini compresi. Per farlo bisognava rendere ogni visita un'esperienza piacevole. Perché se un visitatore esce da una delle nostre proprietà soddisfatto e rilassato, magari perché i nostri volontari erano sorridenti e gli hanno indicato il percorso giusto o perché le didascalie erano chiare, sicuramente avrà voglia di tornarci in futuro e, chissà, anche di fare una donazione o più semplicemente di diventare uno dei nostri volontari”.

Andrea Carandini: "Torniamo alle persone, ai luoghi veri"

Il nostro Presidente Andrea Carandini sul Corriere di oggi -11 settembre 2013 - tira le somme di questo confronto: "La missione del National Trust è 'curare luoghi speciali, per sempre e per tutti': 19 milioni di visitatori. Prima il Trust era formale, noioso. Con Fiona è serio ma divertente. Il segreto dei 4 milioni di iscritti sta nell'empatia: 'Amare i luoghi quanto le persone'. Oltre a conservare, il NT si è messo nei panni della gente per indovinarne i bisogni. È fortemente inclusivo e incassa 436 milioni di sterline. La tendenza sta nel going local. Il centro fa da supporto, col 'libro delle regole', e i manager delle proprietà sono liberi nei loro piani di gestione, ma seguiti da 500 specialisti: restauro, manoscritti, farfalle (una blu, estinta e reimportata). Il Trust lavora per un'energia sostenibile (pannelli solari dietro ai merli di torri), una conservazione fatta in loco e davanti a tutti (il taglio di una quercia è un evento), servizi perfetti, racconti veri, enjoyment delle famiglie".

Carandini spiega che "abbiamo ricevuto lodi da Fiona per i restauri del Castello di Masino, di Villa Panza. Però il FAI, con i ricavi diretti della gestione, copre l'81 per cento delle spese della proprietà, che è già molto (lo Stato il 7) mentre il target del NT è il 120 per cento, con 20 di guadagno, che permette di aumentare le già numerose proprietà. La conservazione dei nostri luoghi consentirebbe più visitatori, da accogliersi con volontari, e dovremmo migliorare l'ambiente, variare e rinfrescare le iniziative e trasmettere gioia. Allora le persone affluirebbero, ritornerebbero, aderirebbero e potremmo avere le proprietà che in alcune regioni mancano. Quale maturazione di mentalità e appassionante futuro!".

Per Andrea Carandini "Stato, università, comunità locali e associazioni volontarie dovrebbero migliorarsi e stringersi (piuttosto che combattersi) per fare della Repubblica un sistema. Il consumo non dà gioia duratura. Paesaggio, storia e arte danno, invece, una gioia che resta nella memoria e riempie il vuoto dello spirito tramite attività gratuite o di poco costo. La cultura umanistica è in rovina e andrebbe rigenerata. Troppi bambini stanno al chiuso, non salgono sugli alberi e andrebbero portati outdoor. Lasciamo dunque gli schermi e torniamo alle persone, ai luoghi veri. La crisi è un disastro; trasformiamola in opportunità (sono altri consigli di Fiona).

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