27 luglio 2020
Venerdì 24 luglio è stato presentato il restauro del Chiosco delle Rose - il gazebo in ferro e legno, nucleo centrale dei famosi giochi d’acqua del Parco di Villa Durazzo Pallavicini a Genova Pegli - reso possibile grazie ai 12.000 euro messi a disposizione da FAI e Intesa Sanpaolo nell’ambito de “I Luoghi del Cuore”, il progetto dei luoghi italiani da non dimenticare.
Nel 2018, grazie all’impegno dell’Associazione di promozione sociale “Amici di Villa Durazzo Pallavicini” - parte integrante dell’ATI Villa Durazzo Pallavicini che dal 2016 ha in concessione il parco - la Villa e il suo magnifico giardino, premiato nel 2017 come “Parco più Bello d’Italia”, sono stati votati da oltre 10.000 persone in occasione della IX edizione del Censimento “I Luoghi del Cuore”. Tra i votanti, tanti pegliesi e genovesi, ma anche classi intere di alunni delle scuole elementari, medie e superiori, oltre a turisti e visitatori che sono stati ben lieti di contribuire a far scalare la classifica a questo Luogo, risultato anche il più votato nella classifica regionale della Liguria. Questo significativo risultato ha permesso all’Associazione “Amici di Villa Durazzo Pallavicini” di partecipare al Bando per la selezione degli interventi che il FAI lancia dopo ogni edizione del Censimento, presentando il progetto di restauro del Chiosco delle Rose che è stato valutato idoneo e ha così ottenuto il finanziamento.
In occasione dell’inaugurazione il Parco Durazzo Pallavicini ha voluto dedicare il restauro del Chiosco delle Rose al ricordo di Giulia Maria Crespi, Fondatrice del FAI – Fondo Ambiente Italiano.
Il Chiosco delle Rose che è stato restaurato grazie a “I Luoghi del Cuore” è un gabinetto di verzura composto da un bellissimo padiglione in ferro battuto che contiene al suo interno una stanza a cielo aperto perimetrata da una boiserie in legno a piccole persiane.
Se il treillage ha il compito di generare l’idea di un volume che in realtà volume non è, la stanzetta, caratterizzata da un prezioso pavimento in sassi bianchi e neri di mare grossi non più di un confettino, è il luogo nel quale si realizzano i primi giochi d’acqua del giardino, divenuti famosissimi nell’Ottocento e riattivati durante l’ultimo restauro. Il restauro della boiserie in legno è stato fondamentale per ripristinare la logica teatrale del gioco d’acqua che può funzionare solo sei i visitatori si dividono tra chi sta fuori e chi sta dentro.
Il giardino di Villa Durazzo Pallavicini, realizzato alla metà dell’Ottocento per volere del marchese Ignazio Alessandro Pallavicini su progetto dell’architetto e scenografo Michele Canzio, rappresenta un raro esempio di parco scenografico teatrale a carattere filosofico-massonico. Realizzato sulle pendici di una impervia collina prospiciente il mare, si estende per otto ettari interessati da un percorso lungo oltre due chilometri e mezzo durante il quale si snoda un racconto romantico che vede il visitatore stesso trasformarsi nel soggetto principale della trama. Il tutto strutturato su uno schema compositivo derivato dalla tragedia greca e dal melodramma che comprende un Prologo, un Antefatto e poi tre Atti, ognuno composto da quattro scene con un lungo e divertente Esodo finale. Tra architetture in stile neoclassico, neogotico, moresco, cinese e rustico, laghi, cascate e ruscelli, statue e arredi da giardino e una vegetazione lussureggiante, oggi punteggiata da individui arborei monumentali e dal gruppo di camelie più antico ed esteso d’Italia, si ha la possibilità di incontrare la Natura, la dea Flora e la dea Diana, il Capitano del Castello e i suoi castellani, Caronte e il Coccodrillo; tutto in una sorta di fiaba che ancora oggi riesce a rapire la mente e a deliziare il cuore.
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