03 luglio 2024
Affinché un progetto sia realizzato così come è stato disegnato e immaginato, con la massima attenzione e cura per i dettagli, è fondamentale seguire passo dopo passo la sua esecuzione in cantiere. Questo vale ancor più per un progetto molto oneroso e impegnativo come quello di recupero ambientale e paesaggistico dei Giardini di Villa Rezzola a Lerici (SP) finanziato anche grazie ai fondi del PNRR – Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici e che vedrà impegnata la squadra incaricata di architetti dell’Ufficio Restauri e Conservazione per tutto il 2024.
I cantieri del FAI sono dislocati in tutta Italia, a volte in località difficilmente raggiungibili.
Per fortuna Lerici è ancora alla portata degli architetti del FAI, che ogni settimana partono la mattina alle 6 da Milano per essere in cantiere alle 10.
Le imprese sono già al lavoro, e le attività da vedere e controllare insieme al capocantiere e ai consulenti sono tantissime e localizzate in ambiti diversi del parco della Villa.
Il primo intervento su sui ci si sofferma è di carattere strutturale: la rampa di scale che nel piazzale antistante la Villa sale verso le mura di cinta. Una scala che le indagini storiche hanno portato a credere che con tutta probabilità conducesse a un accesso dalla strada statale, ora chiuso. Qui le discussioni sono state davvero tante, tra direttore lavori, impresa e ingegnere strutturista. Nei restauri del FAI cerchiamo sempre di intervenire nella maniera meno invasiva possibile, mantenendo quanto più materia storica possibile, con l’utilizzo di materiali naturali locali e tecniche tradizionali storiche, ma in questo caso non abbiamo avuto alternative se non realizzare una struttura di sostegno in calcestruzzo, la più sicura, che garantisce la dovuta stabilità alla porzione di muratura in pietra storica a cui si dovrà affiancare. Sopra la struttura, stiamo restaurando e ricostruendo, ove mancanti, le balaustre in cemento decorativo. Un diverso tipo di materiale, storico, detto anche “pietra artificiale”, che si diffuse in tutta Europa verso la fine dell’Ottocento e che ritroviamo in molte parti dei giardini. I pilastrini erano in pessime condizioni, sia su questa scala che lungo molti dei percorsi e delle terrazze che si snodano nel parco. Si stanno mano a mano restaurando circa 1.200 pilastrini: laddove irrecuperabili, saranno sostituiti, identici agli originali e con materiali analoghi.
L’acqua in questo progetto è un elemento fondamentale.
Buona parte del sopralluogo è dedicata a valutare i lavori da eseguire per migliorarne il drenaggio, lungo le scale e anche lungo i vialetti. Con l’impresa si valutano pendenze, percorsi, inclinazioni, e si cerca di capire quali siano le soluzioni migliori per raggiungere il risultato desiderato: il restauro degli splendidi pavimenti a risseu, l’acciottolato nero e bianco tipico ligure, che ricoprono molte delle scale del parco, deve essere accompagnato dalla valutazione di come inclinare ogni singolo gradino, che dovrà essere smontato e riposizionato secondo le corrette pendenze. Le sorprese non mancano mai: ripulendo proprio una delle scalinate, sotto uno spesso strato di terra un mese fa abbiamo ritrovato una splendida decorazione a risseu raffigurante un leone, che si aggiunge alle altre già rilevate nei giardini.
Ma acqua a Villa Rezzola vuole dire anche fontane, grotte, vasche, addirittura un laghetto. Nel giardino una volta l’acqua scorreva facendo da sottofondo alle passeggiate all’ombra degli alberi e a fianco dei viali fioriti. Oggi, a causa del cambiamento climatico, la disponibilità idrica è sensibilmente diminuita, ed è per questo che con l’ingegnere e il geologo valutiamo la possibilità di ripristinare la connessione tra due grandi serbatoi esistenti, sotto lo scalone immerso nella parte boscata.
Parallelamente alle lavorazioni architettoniche bisogna controllare gli interventi sulle parti a verde.
In queste prime fasi di cantiere ci sono stati grandi lavori di pulizia da ramaglie e da arbusti cresciuti spontaneamente e senza controllo negli ultimi decenni di abbandono. Si è completato il lavoro sul lungo pergolato di glicine, che grazie all’intervento di potatura e al ripristino della struttura di sostegno ritornerà a fiorire a breve. Per le nuove piantagioni bisognerà aspettare l’autunno, in questo momento gli sforzi si concentrano sulla preparazione dei terreni e delle aree che dovranno accogliere il nuovo roseto, le piante aromatiche, gli agrumi, le nuove siepi formali e le fioriture.
Prima di ripartire per tornare a Milano, ci si sofferma nell’area della serra, dove verrà installato l’impianto fotovoltaico sulle coperture dei lettorini esistenti. Insieme ai tecnici si svolgono le prime valutazioni su come dovrà essere restaurata e recuperata la struttura affinché resista al carico dei pannelli solari, grazie ai quali sarà garantita l’energia necessaria per alimentare l’illuminazione del parco. Una parte di progetto che tornati in ufficio l’indomani si dovrà approfondire e studiare con cura, anche qui con l’aiuto di esperti che sappiano interpretare la necessità di rendere fruibile i percorsi la sera ma nel contempo lasciare un’atmosfera naturale e sobria.
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