08 luglio 2020
Sono iniziati l’8 luglio i lavori di restauro dell’area absidale dell’Oratorio di San Bartolomeo a Prato, che il FAI ed Intesa Sanpaolo sostengono col contributo di 12.000 euro, assegnato nell’ambito de “I Luoghi del Cuore”, il progetto dei luoghi italiani da non dimenticare.
Nel 2018, grazie all’impegno della Parrocchia di San Giusto e dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Prato - che sono riusciti a coinvolgere associazioni locali, istituti scolastici, famiglie del quartiere e dell’intero territorio pratese - 14.162 persone hanno votato l’Oratorio di San Bartolomeo come proprio Luogo del Cuore. Questa straordinaria partecipazione ha permesso alla Parrocchia di San Giusto di partecipare al bando che il FAI lancia dopo ogni edizione del Censimento, presentando un progetto di restauro degli affreschi dell’area absidale, valutato poi idoneo e finanziato con un contributo di 12.000 euro messo a disposizione da FAI e Intesa Sanpaolo.
L’Oratorio di San Bartolomeo a Prato, edificato nel terzo quarto del ‘300 sull’antica Via Cava, oggi inserito nel tessuto urbano della città, è un raro esempio di edificio sacro in stile gotico del territorio pratese. L’elegante struttura con copertura a capanna presenta portali in pietra scolpita, monofore trilobate ed un’elaborata cornice in mattoni disposti a dente di sega che segna gli spioventi del tetto. L'interno ad unica navata è ricco di affreschi, eseguiti tra il 1375 e l’inizio del ‘400 da Francesco di Michele, Arrigo di Niccolò, Cenni di Francesco, artisti fiorentini seguaci di Niccolò di Pietro Gerini. Si tratta di un ciclo di dipinti di carattere votivo e devozionale in cui la Madonna col Bambino e le figure di santi sono inserite in edicole architettoniche. Degno di nota è l’altare in muratura interamente affrescato, che riproduce il classico trittico con predella, uno dei pochi esempi nel territorio toscano. L’originalità della decorazione dell’altare trova ulteriore espressione nella raffigurazione, sul fianco destro, di una nicchia con i vasi liturgici, una delle prime immagini di natura morta della storia dell’arte italiana.
L’intervento di restauro riguarda la zona absidale, un’area circoscritta degli affreschi in cui risaltano le pregevoli immagini dell’Annunciazione, di Santa Maria egiziaca e dell’altare dipinto, dove, nel paliotto, è perduta parte della pellicola pittorica della raffigurazione con il Cristo in pietà.
Il restauro conservativo dei dipinti, finalizzato ad arrestarne il progressivo deterioramento, insieme a un recupero architettonico recentemente concluso, potranno restituire al luogo il considerevole valore storico ed artistico.
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