Un messaggio totalmente rivoluzionario

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Un messaggio totalmente rivoluzionario
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28 luglio 2015

Il Presidente Onorario del FAI Giulia Maria Crespi interviene nel dibattito sull'Enciclica di Papa Francesco aperto dall'economista Marco Vitale e dal Presidente Andrea Carandini.

PREMESSA

Nell'approcciare l'Enciclica di Papa Francesco, mi sono seduta umile a leggere. Da tempo attendevo queste sue parole ed ero ansiosa.

Il mio scritto dunque è soltanto un commento. Ho sottolineato i punti che più erano vicini al mio modo di pensare che ora pongo all'attenzione di tutti come spunti di riflessione profonda (tutte le frasi tra virgolette presenti nel testo sono tratte dall'Enciclica Laudato si'di Papa Francesco). Anche se in passato (sin dai tempi di Papa Giovanni XXIII e di Paolo VI) la Chiesa ha parlato del degrado ambientale, soltanto con l'attuale Papa questo diventa un problema capitale. Non per niente nella sua Enciclica denuncia “il pericolo incombente sulla casa comune” ovverosia “la nostra oppressa e devastata terra che geme e soffre le doglie del parto”.

SITUAZIONE ATTUALE

Quanto sta accadendo alla nostra terra è un abuso perpetrato dagli uomini verso i beni di Dio. “Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c'è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell'acqua, nell'aria e negli esseri viventi”.

Difatti chiaro è l'accenno alla nostra situazione attuale. Soprattutto nell'introduzione e nel primo capitolo l'argomento è affrontato con convinta determinazione e concretezza, senza mezzi termini e senza ambiguità.

Nei successivi capitoli, invece, la tutela dell'ambiente, viene ripresa da vari punti di vista, soprattutto da quelli religiosi e cattolici collegati al giusto e impellente problema dei poveri e dei diseredati. Andrebbe però rimarcato che se la “Casa Comune” veramente crollasse, pure loro ne andrebbero di mezzo. Si dovrebbe dunque dedurre che l'attenzione verso la salvaguardia dell'ambiente diventa prioritaria. Ricordiamocelo!

IL PROGRESSO TECNOLOGICO

Forti e chiare sono le dichiarazioni sul progresso tecnologico e su questo argomento ci viene detto che andrebbe accompagnato a un profondo senso di moralità, prendendo in considerazione non soltanto i benefici attuali, bensì gli effetti che potrebbe provocare nel futuro.

“La tecnologia che, legata alla finanza, pretende di essere l'unica soluzione dei problemi, di fatto non è in grado di vedere il mistero delle molteplici relazioni che esistono tra le cose, e per questo a volte risolve un problema creandone altri”.

Purtroppo sovente la cecità dell'uomo è profondamente legata alla politica e all'economia. Difatti quasi sempre “prevalgono gli interessi di gruppi economici che distruggono irrazionalmente le fonti di vita. L'alleanza tra economia e tecnologia finisce per lasciare fuori tutto ciò che non fa parte dei loro interessi immediati”.

Papa Francesco lo comprende così bene che nell'introduzione scrive: “l'ecologia integrale richiede apertura verso categorie che trascendono il linguaggio delle scienze esatte o della biologia”.

Non per niente si parla dell'odierna fiducia nelle soluzioni tecniche che sovente sembrano all'inizio estremamente utili e favorevoli, ma che alla lunga possono rivelarsi un boomerang atto a colpire le future generazioni. “Se la tendenza attuale continua, questo secolo potrebbe essere testimone di cambiamenti climatici inauditi e di una distruzione senza precedenti degli ecosistemi, con gravi conseguenze per tutti noi”.

Per piacere scolpiamo con lettere di fuoco questa dichiarazione nella nostra coscienza.

Con dolore viene difatti annotato che “Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all'indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche”.

Vorrei segnalare che queste dichiarazioni, espresse con estrema chiarezza e durezza, sono totalmente rivoluzionarie per il linguaggio odierno e indicano alle coscienze degli uomini una verità assolutamente inoppugnabile. Come quella lapidaria tra gli assi portanti enumerati dall'Enciclica “La convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso”.

Questo è un punto fondamentale che purtroppo quasi sempre non viene preso in considerazione persino dalle persone più dotte. Una realtà, ahimè, ignorata e volutamente trascurata per mascherare gli interessi superiori della politica e della finanza ed è soltanto ricordata quando nel mondo si producono effetti irreversibili per la salute delle persone.

A questo proposito, commovente è, per noi agricoltori, l'accenno di Papa Francesco quando dice nel primo capitolo “Per esempio molti uccelli e insetti che si estinguono a motivo dei pesticidi tossici creati dalla tecnologia, sono utili alla stessa agricoltura, e la loro scomparsa dovrà essere compensata con un altro intervento tecnologico che probabilmente porterà nuovi effetti nocivi”.

Cioè un intervento tecnologico che diventa una vera pacchia per le multinazionali chimiche definite dall'Enciclica “nuove forme di potere che derivano dalla tecnologia”. Queste multinazionali, infatti, cercano di diffondere i loro prodotti anche con corruzione, attraverso false testimonianze ed effimeri risultati che alla lunga ledono non soltanto la salute e la biodiversità impoverendo la terra e rendendola sterile, ma possono creare irreversibili situazioni.

E qui non mi esimo dal tacere l'attuale problema della moria delle api, causata in gran parte da additivi chimici sparsi sui coltivi. Certamente Papa Francesco conosce lo scritto di Celano in cui racconta che quell'altro Francesco raccomandava ai suoi fraticelli di dare sostegno alle sorelle api durante l'inverno.

UNA LUCE PER IL FUTURO

Ma vi sono anche nell'Enciclica alcune proposte per il futuro. Per un cambiamento positivo, un must è il chiaro accenno ai piani paesistici, uno dei punti cruciali della tutela ambientale per cui il Fondo Ambiente Italiano tenacemente combatte.

Quanto educativo è leggere l'indicazione che “Uno studio di impatto ambientale non dovrebbe essere successivo all'elaborazione di un progetto produttivo o di qualsiasi politica, piano o programma. Va inserito fin dall'inizio e dev'essere elaborato in modo interdisciplinare, trasparente e indipendente da ogni pressione economica e politica”.

Con estrema soddisfazione possiamo notare che persino il Vaticano arriva a comprendere l'assoluto valore di questa norma che è di capitale importanza per il territorio.

Come pure è di conforto per il nostro FAI, leggere che l'interesse verso la Bellezza rientra nelle proposte di Papa Francesco. “Prestare attenzione alla bellezza e amarla ci aiuta ad uscire dal pragmatismo utilitaristico. Quando non si impara a fermarsi ad ammirare ed apprezzare il bello, non è strano che ogni cosa si trasformi in oggetto di uso e abuso senza scrupoli. Allo stesso tempo, se si vuole raggiungere dei cambiamenti profondi, bisogna tener presente che i modelli di pensiero influiscono realmente sui comportamenti”.

Ed è con questo spirito che il Fondo Ambiente Italiano legge con gioia “La storia della propria amicizia con Dio si sviluppa sempre in uno spazio geografico che diventa un segno molto personale, e ognuno di noi conserva nella memoria luoghi il cui ricordo gli fa tanto bene. Chi è cresciuto tra i monti, o chi da bambino sedeva accanto al ruscello per bere, o chi giocava in una piazza del suo quartiere, quando ritorna in quei luoghi si sente chiamato a recuperare la propria identità”. Difatti è proprio da queste convinzioni che è nato l'invito del FAI ai cittadini di segnalare il loro “Luogo del Cuore”. Un censimento la cui ultima edizione – la settima - ha raggiunto oltre un milione e seicentomila segnalazioni.

Questa è una proposta completamente diversa da quanto invece esige l'onnipresente interesse finanziario, con “dio Danaro” sempre più predominante, a nome del quale vengono effettuati quegli scempi che Papa Francesco tanto sovente cita e deplora. Una luce per il futuro.

Ma sarà soltanto adottando un nuovo modello di sviluppo che si potrà raggiungere un reale cambiamento qui auspicato. “L'educazione sarà inefficace e i suoi sforzi saranno sterili se non si preoccupa anche di diffondere un nuovo modello riguardo all'essere umano, alla vita, alla società e alla relazione con la natura. Altrimenti continuerà ad andare avanti il modello consumistico trasmesso dai mezzi di comunicazione e attraverso gli efficaci meccanismi del mercato“ dove “Molti di coloro che detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi soprattutto nel mascherare i problemi o nascondere i sintomi”.

CONCLUSIONI

Ed infine ci viene offerto un volo verso l'utopia.

“La grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine. Il potere politico fa molta fatica ad accogliere questo dovere in un progetto di Nazione”.

Per raggiungere questo obiettivo “urgono accordi internazionali che si realizzino, considerata la scarsa capacità delle istanze locali di intervento in modo efficace”. In definitiva: “Abbiamo bisogno di una reazione globale più responsabile” e “per regolamentare i flussi migratori urge la presenza di una vera Autorità politica mondiale”. E ancora “In tale prospettiva, la diplomazia acquista un'importanza inedita, in ordine a promuovere strategie internazionali per prevenire i problemi più gravi che finiscono per colpire tutti”.

Una utopia? Un sogno? E chi dovrà essere a capo di questa autorità mondiale equa e saggia?

Tutti vorremmo auspicarlo, ma quanto ne siamo lontani! Però, con coraggio, iniziamo a percorrere questo utopico cammino. Accettiamo alcuni di quei duri e intransigenti giudizi che ci vengono dati e cerchiamo di mettere in pratica le loro indicazioni. Traiamone insegnamento per intraprendere questa difficile strada, che in piccola parte già è stata proposta da gruppi di scienziati, dalle associazioni ambientaliste, dagli operatori sociali con i loro numerosi volontari.

Ma, cammin facendo, ricordiamoci sempre degli umili e dei diseredati, che sono parte integrante della “casa comune” la nostra madre terra.

Ed ora per trarre forza rivolgiamoci a quell'altro Francesco che quasi mille anni fa toglieva i lombrichi dalla strada per non farli schiacciare delle ruote dei carri e che strappava parte della sua tunica per ricoprire le membra di un nudo viandante. Il tutto con canto di gioiosa letizia verso le Bellezze del creato.

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