20 novembre 2019
Sabato 23 novembre, verranno presentati al pubblico i lavori di consolidamento, appena conclusi, delle antiche strutture murarie del Castello di Calatubo (TP).
Il Castello di Calatubo, grande complesso architettonico con origini antichissime, durante il censimento "I Luoghi del Cuore" del 2014, ha ricevuto 71.967 voti aggiudicandosi il terzo posto nella classifica nazionale.
Un risultato straordinario, grazie all’impegno dell’Associazione “Salviamo il Castello di Calatubo”, che ha permesso al castello di accedere al contributo di 30.000 euro assegnato da FAI e Intesa Sanpaolo e destinato alla messa in sicurezza dell’ingresso e della prima corte su cui si affaccia la chiesetta.
Gran parte del contributo ha permesso di bloccare il degrado, che avanzava rapidamente con costanti microcrolli, assicurando in tal modo la conservazione della struttura monumentale fino a oggi interessata da fenomeni di dissesto che rischiavano di compromettere l’integrità del sito. La restante parte del contributo “I Luoghi del Cuore” - insieme a ulteriori fondi stanziati dal Comune di Alcamo per un totale di 24.027,98 euro - è stata utilizzata per completare i lavori di messa in sicurezza e prevenzione del sito, riguardanti il fronte occidentale e la sistemazione della copertura della chiesetta. Inoltre con i fondi del Bilancio Partecipato Comunale sono stati acquistati alcuni apparecchi di illuminazione, con l’intento di valorizzare ulteriormente il bene.
L’intervento reso possibile da FAI e Intesa Sanpaolo ha quindi permesso di dare una risposta concreta alle decine di migliaia di cittadini che hanno votato con passione e impegno questo “Luogo del Cuore”. Un primo fondamentale passo per aprire alle visite un’area significativa del complesso con l’auspicio di poter attrarre altri fondi per programmare il restauro completo del castello, stimato in oltre 5 milioni di euro.
Il Castello di Calatubo si erge isolato nella campagna fuori Alcamo, tra campi coltivati, su uno sperone roccioso rivolto da un lato all’entroterra e dall’altro al mare. Si tratta di un grande complesso architettonico che ha attraversato diverse epoche storiche e che si fa risalire al X-XI secolo, anche se è difficile stabilire con esattezza l'impianto originario: costruito su un terreno abitato sin dal VII secolo a.C., nel 1093 venne incluso nella nuova Diocesi di Mazara e nel Medioevo divenne una robusta fortezza a controllo di un vasto territorio, finché all’epoca di Federico II fu trasformato in masseria feudale. Il castello fu utilizzato fino agli anni ‘60 del Novecento, per essere poi abbandonato e trasformato in ovile. Il degrado causato dal pascolo degli animali, il terremoto del Belice del 1968 e l’assenza prolungata di interventi, hanno portato al crollo dei solai e di numerose murature. A ciò si è aggiunta l’opera degli scavatori di frodo, interessati ai reperti archeologici che venivano alla luce nella vicina necropoli del VII secolo a.C. Acquistato nel 2006 dal Comune di Alcamo dai precedenti proprietari privati, il bene è oggi ridotto in stato di rudere.
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