Un brano di storia

Un brano di storia

Condividi
Un brano di storia
detective dell'arte FAI

04 marzo 2009

Sono una studentessa di Prato e sono una grande appassionata di arte. Scrivo per salvare un sito storico che si trova a Montenero (Livorno) all'inizio della salita di Via Del Castellaccio: Villa Dupouy, nota anche come Villa delle Rose. L'edificio si compone di tre blocchi: il corpo centrale, che costituisce l'antico nucleo residenziale, e due serie di case coloniche, costruite successivamente, che lo affiancano ai lati. L'intero complesso si sviluppa perciò lungo un asse longitudinale che asseconda l'orografia del terreno.

La villa è attualmente suddivisa in appartamenti, fatta eccezione per il nucleo centrale considerato inagibile, anche se è stato abitato fino a poco tempo fa. Alla fine del XVIII secolo, ossia nella sua età dell'oro, l'edificio aveva sette stanze al piano terreno e sei al primo piano; ai lati c'erano due terrazzi scoperti, oggi sostituiti dalle costruzioni laterali. Di questo antico splendore la villa conserva dei magnifici affreschi neoclassici che ancora oggi ornano le stanze del nucleo residenziale (sebbene alcuni siano stati gravemente danneggiati), e un antico giardino con l'impianto idrico originario che si apre sul retro dello stabile. Negli anni Novanta del XX secolo un'alluvione devastò gran parte del giardino, che da allora è stato lasciato nell'incuria più totale. Un vero peccato visto che l'hortus consta anche di numerose statue raffiguranti personaggi mitologici, per non parlare poi dei vialetti e delle aiuole bordate da siepi di bosso, che insieme ad alcuni alberi ad alto fusto e ai fiori creavano quella perfetta geometria tipica dei giardini rinascimentali. Non a caso il nome “Villa delle Rose” deriva proprio dalla grande varietà di rose che decoravano il giardino.

Nel 1496 la villa ospitò tale Guerrino da Montenero, che guidò i livornesi contro Massimiliano d'Austria; nel 1822 Lord Byron vi soggiornò per sei settimane in compagnia dell'amata Teresa Gamba e vi compose parte del Don Giovanni, un poema eroicomico e satirico rimasto incompleto. Alla fine dell'Ottocento, invece, fu la volta della cantante Gemma Bellincioni. Nel 1941, invece, divenne il quartier generale dei partigiani livornesi delle Brigate Garibaldi comandate dal conte Rouelle, nonché la sede della stamperia clandestina da cui uscì il “Proclama della liberazione ateniese”.

A ogni modo la storia della villa è legata soprattutto all'Inghilterra: il primo proprietario di cui si ha notizia fu infatti Francis Jermy, livellario del Regio Scrittorio che l'acquistò nel 1683. “Nel 1781 Francesco Jermy, negoziante, lasciò erede dell'intera proprietà la Nazione inglese”. Passata nel 1783 al deputato inglese Robert Hodgson, l'anno successivo fu venduta al livornese Bertolla, quindi al turco Abram Culely per arrivare a Pietro Dupouy, che se ne impossessò nel 1793. Fino alla fine dell'Ottocento la villa restò nelle mani dei Dupouy e la storia travagliata della famiglia divenne ben presto anche la storia della villa. Nel 1894 l'intero complesso fu ceduto ai fratelli De Paoli, quindi ad Alberto Folena nel 1919. L'ultima proprietaria fu la palermitana Rachele Varvaro di Valentino, che l'acquistò nel 1941.

Da allora è iniziato il calvario della “Villa delle Rose”, che nel 2004 è stata messa all'asta. Adesso i suoi tesori artistici rischiano di andare perduti per sempre, magari per far posto ad altri appartamenti, senza un passato e con poche speranze per il futuro. Sollecito pertanto il vostro intervento per salvare anche questo frammento di storia.

I.C.

Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te