Umberto Boccioni al corso d'arte del FAI

Umberto Boccioni al corso d'arte del FAI

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Umberto Boccioni al corso d'arte del FAI
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29 maggio 2012

Rullino i tamburi e si dia fiato alle trombe: il padre del futurismo italiano, pittore e scultore noto in tutto il mondo, si appresta a fare il suo ingresso in scena. Mercoledì 30 maggio 2012, infatti, l'ultima lezione, prima della pausa estiva, del corso d'arte del FAI “Maestri d'Italia. Sperimentazioni e ritorni all'ordine nella modernità. Lo sviluppo di un linguaggio figurativo nazionale” sarà dedicata a Umberto Boccioni.

Il corso riprenderà il 3 ottobre 2012, si tratta dunque di un'occasione da non perdere: tutti potranno assistere alla lezione “Boccioni, Simbolismo e Futurismo”, anche i non iscritti al corso con un contributo di € 10. Antonello Negri, prestigioso docente dell'Università degli Studi di Milano, accompagnerà alla scoperta dell'artista il pubblico presente nell'Aula Magna dell'ateneo milanese, alle ore 18, e il pubblico ‘virtuale', connesso da casa al portale FAI TV dove potrà assistere in diretta oppure on demand, da giovedì 31 maggio.

La scena di Umberto Boccioni, nel primissimo Novecento, è quella di Milano, la città allora più ‘moderna' d'Italia, uno dei vertici del triangolo industriale completato da Torino e Genova. È un'opera prettamente simbolista – il disegno Beata solitudo, sola beatitudo – a dichiarare le inclinazioni culturali di Umberto Boccioni, sintetizzabili in una passione per la vita moderna che trova nelle metropoli e nelle sue manifestazioni, dal dinamismo collettivo alla meccanizzazione e ai comportamenti di massa standardizzati, il proprio fuoco principale. La conoscenza del cubismo francese introduce nei modi compositivi di Umberto Boccioni quella frammentazione di figure e oggetti che, combinata alla moltiplicazione dei punti di vista, porta a una vera e propria pittura futurista. Il tema della città moderna rimane ma è ora relegato a ruolo di sfondo: al centro della riflessione pittorica dell'artista è adesso il problema della visione secondo un modo nuovo di percepire le cose, determinato da una quantità di suggestioni visive che si sovrappongono e si moltiplicano, suscitate dalle sempre più veloci dinamiche dell'esperienza urbana. Le molteplici versioni, anche plastiche, di un soggetto particolare, riflettono questo passaggio decisivo della sua poetica e della sua pratica pittorica. Ma è impossibile immaginare davvero come la pittura di Boccioni si sarebbe sviluppata: un'accidentale caduta da cavallo durante il servizio militare – non in azione di guerra – interrompe una carriera artistica che aveva già radicalmente rinnovato l'arte italiana.

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