Trivelle, un insensato attacco alla bellezza

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Trivelle, un insensato attacco alla bellezza
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13 gennaio 2016

L'ultimo scandalo al largo della Puglia, vicino alle isole Tremiti, dove il ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi ha concesso l'ennesima autorizzazione alla prospezione petrolifera. Il FAI è intervenuto con un comunicato che ha evidenziato il danno ambientale e lo scarso ritorno economico, sottolineando la mancanza di un piano per valutare benefici e costi irreversibili.

Ecco la cronaca nel racconto di Repubblica – con la lettera al direttore a firma del presidente onorario Giulia Maria Crespi – e del Corriere della Sera. Di seguito il comunicato del FAI.

La Repubblica – 12/01/2016 Scoppia la rivolta anti-trivelle di Regioni e ambientalisti. Guidi: «Sono solo ricerche» La Puglia ricorre contro il governo. Fai: «Decisione inaccettabile». La Consulta rinvia sul referendum

ROMA. È "guerra" sulle trivelle petrolifere. Le Regioni contro il governo. Il ministro Guidi, titolare del Mise, contro le Regioni e a difesa dei suoi decreti del 22 dicembre per cercare petrolio nelle Tremiti, a Lampedusa, in Abruzzo, nel golfo di Taranto. Gli ambientalisti furibondi con Guidi, al punto che il Verde Bonelli chiede a Mattarella di intervenire. Ma a sera ecco la mossa a sorpresa del governatore della Puglia Emiliano che annuncia un conflitto di attribuzione contro il governo davanti alla Corte costituzionale perché il 23 dicembre ha cambiato la legge sulle trivelle per bloccare i referendum "notriv". Negli stessi minuti il comitato promotore dei sei quesiti chiede alla Consulta di rinviare la camera di consiglio già fissata per domani mattina. Richiesta accolta, se ne parlerà in futuro. Nel frattempo sarà recapitato alla Corte il conflitto che dovrà essere deciso prima dell'ammissibilità del referendum. Se la Corte dovesse dar ragione a Emiliano e alle altre dieci Regioni, potrebbero rivivere anche gli altri 5 referendum.

Ma in questo durissimo scontro non è affatto escluso che il governo possa tornare indietro sia sulla proroga dei giacimenti «fino all'esaurimento», sia sulle autorizzazioni concesse da Guidi. Proprio quei permessi hanno scatenato la rissa. Rilasciati il 22 dicembre; prima che la legge di stabilità vietasse qualsiasi nuova perforazione entro le 12 miglia. Un blitz sotto Natale. Ovviamente Federica Guidi smentisce. «Polverone pretestuoso e strumentale, non c`è nessuna nuova perforazione, ma solo permessi di prospezione geofisica». Inoltre siamo «ben oltre le 1-2 miglia». Ma il Verde Bonelli fa subito i conti: «Caro ministro Guidi, a voler essere pignoli a Tremiti la distanza è di 11.878 miglia, siamo al limite del limite del limite...». Non basta. Ombrina Mare, in Abruzzo, rientra nelle 12 miglia. Bonelli spiega che «prospezione» significa «un permesso per cercare petrolio attraverso l'air-gun, esplosioni devastanti che alterano il biosistema marino». Permessi «propedeutici al rilascio di quelli per la cosiddetta "coltivazione degli idrocarburi"». Il mondo degli ambientalisti è in subbuglio, Legambiente, Wwf, il FAI, che parla di una decisione «inaccettabile e incomprensibile, di cui Renzi dovrà spiegare le ragioni». Certo è una scelta che fa infuriare di brutto Michele Emiliano perché il governo «ha mentito alle Regioni».

Emiliano solleva un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale per le autorizzazioni concesse. Trama semplice. Che il governatore pugliese denuncia: «Il governo aveva promesso di ritirare tutte le autorizzazioni concesse fino a quel momento». Ancora: «In nessuna occasione sono stato avvisato dal Mise che il 22 dicembre sarebbe stata concessa da 12esima autorizzazione in Puglia». Già, quella delle Tremiti. Il retroscena è svelato. Il governo cambia la legge per evitare i referendum e promette che non ci saranno nuovi permessi, ma solo proroghe. Ma il Mise autorizza ricerche, e quindi altrettanti titoli minerari, proprio sotto il naso delle Regioni. Protesta il veneto Zaia, «non svendo Venezia per 2mila euro...». La battaglia è appena cominciata.

Liana Milella

LA LETTERA CRESPI: «IL GOVERNO CI RIPENSI LA BELLEZZA È UN CAPITALE»

Caro direttore, Vorrei esprimere l'estrema indignazione mia e di numerosissimi cittadini italiani che il ministro Guidi, il 22 dicembre 2015, abbia autorizzato perforazioni e ricerche petrolifere in alcuni dei più prestigiosi luoghi dell'intera penisola italiana, ricchi di bellezza naturalistica e fauna ittica.

Il giorno dopo, 23 dicembre 2015, la Camera ha approvato la legge di stabilità e, per impedire il referendum contro le trivellazioni, ha inserito un articolo per il divieto entro 12 miglia dalla costa, ma proroga i permessi già rilasciati fino ad esaurimento, il tutto addirittura per poche migliaia di euro!

Ma perché il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti non si sono opposti? Come possiamo noi italiani votare e avere fiducia in un governo che non soltanto si contraddice nelle sue dichiarazioni, ma addirittura avalla norme per la distruzione del capitale più prezioso posseduto dall`Italia? Un unicum al mondo per la sua bellezza, le sue arti e la completezza dei suoi paesaggi, nonché per le ricchezze che una volta contenevano i suoi mari.

E come mai il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che è il capo del governo e che rappresenta noi italiani, non modifica queste decisioni, non impone la continuazione dei referendum e soprattutto non realizza come il turismo e le nostre bellezze possano avere una ricaduta positiva, se ben tutelati e promozionati, sull`occupazione e sul lavoro di numerose regioni e dei cittadini?

Concludendo, chiedo a Renzi se ricorda quella pagina del Vangelo in cui Gesù caccia i mercanti dal Tempio, anche se allora le speculazioni non riguardavano ricerche e trivellazioni petrolifere. Ovverosia 326 autorizzazioni, 143 concessioni in terra per ricerche di idrocarburi e 69 in mare. Però dobbiamo avere fiducia perché se si vuole, se veramente si è decisi, tutto può cambiare. E noi vogliamo avere fiducia in questo governo e nei suoi ministri. Giulia Maria Crespi, presidente onorario del FAI - Fondo Ambiente Italiano

Corriere della Sera – 12/01/2016 Le concessioni petrolifere Il FAI sulle trivelle in mare: «Una scelta che danneggia l`ambiente e il turismo»

ROMA. «Renzi fermi il ministro Guidi». L`appello è del presidente del Fondo per l`Ambiente FAI, Andrea Carandini, «esterrefatto» per le concessioni petrolifere assegnate dal governo «senza piano ordinato, fuori regola e con royalties da miseria». «Si era detto: niente ricerche entro le 12 miglia. Poi si è aggirata la norma facendo in modo di dare la concessione per le Isole Tremiti. E si è solo "congelata" quella per la piattaforma Ombrina Mare. Con 10 Regioni, i Comuni, le associazioni che chiedono il referendum ci sembra un atto di tracotanza». Anche perché, aggiunge Carandini: «Si mette a rischio l`ambiente e il turismo per cosa? Una piccola quantità di petrolio che basterebbe al nostro fabbisogno di dieci settimane. È insensato». Concorda il governatore del Veneto, Luca Zaia: «Io Venezia e il turismo veneto non li svendo per 200 miliardi, figurarsi per 2 mila euro».

Un «polverone pretestuoso e strumentale», per il ministro dello Sviluppo, Guidi. Non si prevede alcuna perforazione e quei permessi sono ben oltre le 12 miglia dalla costa, dice. E con i collaboratori si sfoga: «Sono 30 anni che abbiamo piattaforme marine in funzione». Sono già 117 quelle attive: 72 entro le 12 miglia.

Secondo Angelo Bonelli dei Verdi, però, «Punta Diamante alle Tremiti è a 11,878 miglia marine. Ed è vero che ora cercano il petrolio con l'air-gun, che pure danneggia l'ambiente. Ma se lo troveranno, trivelleranno. La procedura è unica. Lo Stato non potrà dire no. Ci appelliamo al presidente Mattarella perché fermi lo scempio». Sulla tecnica air-gun il ministero assicura che ci saranno controlli. Ma chi li deve fare? Il decreto legislativo del 18 agosto 2015 ne affida una sfilza a un comitato che si avvale del direttore del Servizio emergenze ambientali in mare dell`Ispra (Istituto per protezione e ricerca ambientale). Un compito difficile da assolvere senza risorse e staff. I comitati paventano il «far west» e chiedono una «moratoria immediata» (…)

Virginia Piccolillo

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