Trento, salve le carceri austroungariche

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Trento, salve le carceri austroungariche
Campagne

05 marzo 2014

Segnalate alla IV edizione del Censimento I Luoghi del Cuore, le carceri austroungariche di Trento sono un luogo particolarmente caro ai cittadini. Lo storico edificio rischiava di essere abbattuto per la costruzione di un nuovo polo giudiziario della città ma grazie all'impegno del FAI, di Italia Nostra e dell'Istituto di Studi dell'Alto Adige questo pericolo è stato scongiurato.

E' stato finalmente scongiurato il pericolo di abbattimento delle carceri austroungariche di Trento, un edificio di grande valore storico, architettonico e urbanistico costruito nel 1876 su progetto dell'architetto austriaco Karl Schaden: lo scorso 20 febbraio, infatti, una delibera della Provincia Autonoma di Trento ha stabilito che il progetto del nuovo polo giudiziario della città, che prevedeva la demolizione della struttura austroungarica, venga ridimensionato e di conseguenza le carceri non vengano abbattute ma recuperate in toto. Sarebbero state, tra l'altro, le uniche carceri austroungariche a venire demolite tra tutte quelle che si trovano in Europa e che sono tutelate dai Beni Culturali dei vari Stati di appartenenza.

La battaglia del FAI contro l'abbattimento delle carceri è durata molti anni e ha visto l'impegno costante della Presidente Regionale del Trentino, Giovanna degli Avancini, che, insieme a Italia Nostra e all'Istituto di Studi dell'Alto Adige, ha portato avanti indefessamente un lungo iter burocratico che ha incluso, tra le altre cose, una raccolta di oltre 6.500 firme contro l'abbattimento dell'edificio, un esposto al Capo dello Stato e un ricorso al TAR. Un'attenzione per le carceri di Trento che trova riscontro nei 4.659 cittadini che nel 2008, in occasione della IV edizione del Censimento I Luoghi del Cuore, hanno segnalato questo luogo perché fosse tutelato per sempre.

“Le antiche carceri austroungariche e il Palazzo di Giustizia sono parti di un unico monumento – sottolinea la Presidente del FAI Trentino – e non si può pensare di abbatterne metà; il loro valore architettonico è dato proprio dall'essere non un monumento fine a sé stesso, ma un edificio unitario, un insieme unico con il Palazzo di Giustizia, che deve essere salvaguardato e rispettato”. Infatti la differenza nel linguaggio architettonico tra i due edifici era dovuta unicamente alla loro diversa funzione: l'imponente edificio austroungarico doveva assolvere alla funzione di carcere di massima sicurezza ed è stato quindi realizzato con pietre squadrate enormi e con grandi ballatoi sostenuti da mensole monolitiche. Nel suo restauro dovrà essere quindi fondamentale rispettarne la struttura in pietra.

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