10 settembre 2018
È terminato il restauro della camera centrale della Tomba degli Scudi, gioiello artistico del IV secolo a. C. nella Necropoli etrusca dei Monterozzi a Tarquinia (VT), sito nominato nel 2004 Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO insieme alla necropoli di Cerveteri. Appuntamento sabato 15 settembre alle ore 12 presso la sala comunale di Tarquinia, quando verranno presentati al pubblico i lavori di restauro; nel pomeriggio - dalle 15 alle 17 - sarà possibile partecipare a speciali visite guidate.
I dipinti murali e le rare epigrafi in lingua etrusca che decorano questo importante sepolcro gentilizio di età ellenistica sono tornati a splendere grazie a un complesso restauro durato due anni - reso possibile grazie al contributo de I Luoghi del Cuore - che ha interessato la camera centrale della sepoltura e che ha permesso di renderla periodicamente fruibile al pubblico, dopo decenni di chiusura.
Nel 2014 la tomba è stata votata da 5.681 persone in occasione della settima edizione de I Luoghi del Cuore, il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Un gesto d’amore collettivo che ha acceso i riflettori su questo luogo dal valore speciale per la comprensione della cultura e della lingua etrusche ma che versava da anni in precario stato di conservazione, tanto da essere inaccessibile. Grazie ai tanti voti ricevuti dal FAI a favore della Tomba degli Scudi, infatti, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, sotto la cui tutela ricade il bene, ha potuto partecipare al bando per la selezione degli interventi che la Fondazione promuove dopo ogni edizione del censimento e ricevere un contributo I Luoghi del Cuore di 24.500 euro per il restauro della camera centrale, bisognosa di cure. Le sue pareti riccamente dipinte presentavano numerose problematiche legate soprattutto all'alterazione del delicato equilibrio climatico: l’intonaco, molto friabile, tendeva a staccarsi dalla parete, su tutta la superficie erano presenti patine bianche di diversa natura e consistenza - in buona parte veli di carbonato di calcio prodotti da diversi tipi di batteri - oltre a chiazze di umidità e a diffuse macchie nere dovute ad alcune specie di funghi.
La Tomba degli Scudi rappresenta un tipico esempio di ipogeo gentilizio del primo ellenismo, datata al 350 a.C., ed è una delle più grandi tombe etrusche di Tarquinia.
La pianta simula quella di una casa con atrio centrale su cui si aprono tre ambienti, uno sul fondo e due laterali; il vano centrale e la stanza in fondo presentano decorazioni di notevole interesse, dimostrative dei programmi figurativi dei grandi sepolcri gentilizi di età ellenistica. Le pitture, fortemente espressive, con ricerche chiaroscurali e sapienti scorci, sono tese a celebrare le virtù ed il rango della famiglia Velcha - proprietaria del sepolcro, importante e potente gens tarquiniese- raffigurando il momento della partenza del defunto verso l’oltretomba e il banchetto funebre cui partecipano idealmente tutti i membri della famiglia.
L’importanza dell’apparato pittorico è notevolissima anche per la presenza di iscrizioni dipinte in etrusco con i nomi e cognomi delle persone rappresentate ed il loro cursus honorum - ovvero l’elenco dei rispettivi incarichi di prestigio.
Il restauro – cominciato nell’estate 2016 e realizzato da Maria Cristina Tomassetti e Chiara Arrighi sotto la supervisione della Soprintendenza - ha permesso di salvare l’apparato pittorico ancora esistente della camera centrale della tomba e di riportare alla luce figure, iscrizioni e dettagli mai visti prima. L’intervento è stato realizzato con la modalità del “cantiere aperto”: la tomba è stata infatti resa fruibile al pubblico in corso d’opera grazie ad alcune visite guidate straordinarie a cura della Delegazione FAI di Viterbo per raccontare le fasi del recupero e le tecniche utilizzate.
L’intervento è stato reso possibile grazie al contributo I Luoghi del Cuore e a fondi della Soprintendenza, a cui si sono aggiunti altri piccoli contributi ricevuti da partner locali: Isam srl, Ditech srl, Pottino & Pottino Avvocati Associati, Enza Zaden Italia srl, Lyons Club Tarquinia, inoltre Skylab ha curato un progetto di comunicazione multimediale ancora in fase di sviluppo.
Concluso il recupero della camera centrale – che è l’ambiente più importante della tomba - per completare il restauro della sepoltura rimangono altri lavori da eseguire sul soffitto, sulla camera di fondo – quella decorata con gli scudi da cui la tomba prende il nome – e sui due piccoli ambienti laterali, privi di decorazioni. L’auspicio è che l’intervento realizzato grazie al contributo I Luoghi del Cuore e ai fondi stanziati ad hoc dalla Soprintendenza e reso possibile grazie alla collaborazione virtuosa tra pubblico e privato rappresenti un traino per il reperimento di altri fondi, anche tramite il portale Art Bonus.
Nel frattempo, la collaborazione tra FAI e Soprintendenza continuerà nell’ottica di permettere periodicamente la fruizione pubblica di questo luogo eccezionale (le prossime aperture – a cura della Delegazione FAI di Viterbo - sono in programma per domenica 30 settembre e sabato 27 ottobre), ma situato al di fuori del perimetro di visita della Necropoli dei Monterozzi.
Inoltre, il Comune di Tarquinia ha stanziato un contributo destinato a una pubblicazione sulla Tomba degli Scudi e sui restauri, attualmente in fase di preparazione. Il Comune si è anche impegnato a garantire lo sfalcio della vegetazione intorno alla Tomba, contribuendo in tal modo a rendere possibili le future aperture del bene al pubblico.
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