Terza pista a Malpensa, e il Ticino?

Terza pista a Malpensa, e il Ticino?

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Terza pista a Malpensa, e il Ticino?
WWF

15 agosto 2007

C'è un grande assente nel crescente dialogo sviluppatosi attorno al progetto di eventuale espansione dell'aeroporto di Malpensa, che dovrebbe coinvolgere Alitalia e Ryan Air: l'ambiente. Come ha sottolineato con forza la Presidente del FAI Giulia Maria Mozzoni Crespi in una lettera aperta al quotidiano Repubblica, nei vari scritti e discorsi degli ultimi tempi “nessuno ha mai accennato al fatto che l'aeroporto di Malpensa è inserito nel cuore del Parco Ticino”. Come dire: l'eventuale costruzione della terza pista dello scalo milanese, che porterebbe con sé a cascata anche nuovi posteggi, strade, alberghi, centri commerciali, infliggerebbe un colpo mortale a uno dei paesaggi più belli dell'alta Italia, “fonte unica di ossigeno per l'inquinatissima Lombardia carica di CO2”.

Non a caso nel 2002 il Parco, che dalla Svizzera si snoda fino al Po, ha ottenuto il riconoscimento MAB (Man and Biosphere) assegnato dall'UNESCO per garantire all'area uno sviluppo economico e umano nel rispetto della natura, finora peraltro poco condiviso dai parchi regionali della Lombardia e del Piemonte.

Siamo dunque di nuovo di fronte, scrive la Presidente Crespi, alla testimonianza della tendenza della nostra epoca di “dare maggiore importanza ai cosiddetti ‘affari' piuttosto che alla qualità della vita di migliaia di cittadini e alla sopravvivenza della Natura”. Non bisogna dimenticare, infatti, che il Ticino è anche una meta di salute, ricreazione e svago per tutte quelle persone e famiglie che non si possono permettere il lusso di passare il tempo libero in Sardegna o alle Seychelles.

Ma non è tutto. C'è un altro aspetto che va assolutamente considerato prima di pensare a ogni tipo di espansione di Malpensa. Come ben sottolineato dal Segretario Generale di WWF Italia, Michele Candotti, in un'altra lettera aperta inviata al Consiglio Regionale della Lombardia, il vero “punto critico è dato dall'erroneo presupposto che l'aumento del traffico aereo implichi automaticamente l'espansione dell'aeroporto e della complessa rete di infrastrutture collegate. Perché non ottimizzare invece l'impiego delle infrastrutture esistenti a Malpensa, definendone la vocazione principale e la complementarietà rispetto ad altri snodi europei e italiani?”.

Di esempi analoghi in questo senso ce ne sono diversi, primo fra tutti l'hub di Heathrow: l'aeroporto inglese ha 2 piste analoghe a quelle di Malpensa, ma movimenta un numero di passeggeri tre volte superiore. E solo ora, con una stima al 2030 di oltre 182 milioni di passeggeri l'anno, si è ipotizzata l'apertura di una terza pista. Dati alla mano, la domanda è dunque lecita: è davvero necessaria una terza pista a Malpensa?

Leggi la Lettera della Presidente Crespi

Leggi la lettera di Michele Candotti

Leggi il documento congiunto WWF-FAI-Itala Nostra

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