29 aprile 2020
Capita spesso, soprattutto in Italia, paese ricco di opere d’arte, che una città finisca per identificarsi nell’immaginario collettivo con uno o più tra i suoi monumenti. Così è stato per Taranto e il suo Castello, che insieme al Canale navigabile e al Ponte Girevole, costituiscono un piccolo cammeo incastonato tra i due mari, la Città Vecchia e il Borgo Antico.
Le riprese di Six Underground, ad oggi la più costosa produzione cinematografica d’azione della Netflix, avviate in Toscana e trasferitesi poi a Taranto tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre 2018, hanno sfruttato appieno questo scenario che, proprio per la sua unicità e bellezza, è diventato l’immaginario stato mediorientale del Turgistan, guidato da un leader dispotico e corrotto. La guerra che si svolge lungo il Canale che fiancheggia il Castello Aragonese o le spettacolari riprese sul Ponte Girevole hanno prodotto mondi fantastici e immaginifici, in cui si muovono un gruppo di miliardari guidati dal protagonista, interpretato da Ryan Reynolds, che cercano di salvare il mondo da un intrigo internazionale. Per giorni la città è stata stravolta dalla presenza della troupe e in particolar modo dalla permanenza nel Canale Navigabile del Kismet, il lussuosissimo yatch proprietà di un miliardario pakistano, affittato per le riprese alla modica cifra di 2 milioni di dollari. Con i suoi 95 metri di lunghezza e 14 di larghezza, questo gigante dei mari ha focalizzato l'attenzione dei tarantini, accorsi numerosi per ammirarlo all’ombra del Castello, trasformato per l'occasione in un set di prim'ordine.
Castel Sant’Angelo ha una storia secolare, poiché affonda le sue radici nel lontano 780 d.C., quando i Bizantini ricostruirono una Taranto distrutta dai Saraceni ed eressero quella Rocca difensiva che poi Ferdinando I di Napoli d’Aragona, nel 1486, stravolse completamente, avviando una ristrutturazione che doveva conferire all’edificio un aspetto simile a quello odierno, a pianta quadrangolare con cortile centrale. L’assetto difensivo originale, in realtà, comprendeva più torri, alcune delle quali furono abbattute in occasione della costruzione del Canale Navigabile. I lavori di quest'ultimo e quelli del Ponte Girevole, intitolato a S. Francesco di Paola, protettore delle genti di mare, furono avviati quasi in concomitanza tra il 1883 e il 1887, per volontà della Marina Militare, al fine di favorire il passaggio delle navi da guerra mediante l’ampliamento dell’antico fossato difensivo alla base del castello.
A tutt’oggi il Castello Aragonese è gestito dalla Marina Militare che ne cura restauro e conservazione, avviando negli ultimi anni anche una serie di campagne di scavo nei sotterranei che continuano a portare alla luce ambienti nuovi e reperti archeologici di varia datazione. A ciò si aggiungono cicli di visite guidate, distribuite nell'arco della giornata, consacrando il Castello quale secondo sito storico-archeologico della regione Puglia per numero di presenze.
Nel 2018, il Castello Aragonese di Taranto, si è classificato con 23.424 voti al decimo posto nel censimento indetto dal FAI sui Luoghi del Cuore di tutta Italia.
Vanessa Castellini vive a Taranto. Sposata, con due figli, attualmente lavora per Poste Italiane. Appassionata da sempre di storia, arte e archeologia diventa volontaria FAI presso la Delegazione di Taranto nell'ottobre 2018.
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