27 luglio 2022
Settanta km quadrati di suolo andati persi in un solo anno con una crescita del consumo del 34%: sono i dati allarmanti – i più alti degli ultimi 10 anni – quelli presentati il 26 luglio 2022 da ISPRA nel Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”. Non mancano esempi disarmanti di poli logistici costruiti in aree a rischio idrogeologico, crescono le città metropolitane e si addensano le aree costiere. Tutto questo in un Paese in piena decrescita demografica.
Pesa gravemente su questo fenomeno la mancanza di una legge nazionale per la difesa del suolo, che è una risorsa necessaria alla vita, non rinnovabile e già sottoposta a grave rischio. Il suolo è strettamente interdipendente con altri fenomeni come il rischio idrogeologico, la fornitura di cibo e gioca un ruolo chiave anche in relazione alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico, al ciclo dell’acqua e, nelle aree ad alta densità abitativa, diviene necessario recuperare e “liberare” suoli anche per ridurre le isole di calore.
Eppure, malgrado le difficoltà politiche del momento, la scorsa settimana è stata presentata una nuova proposta per una legge quadro per il suolo (Ddl 2614), su iniziativa delle Senatrici Virginia La Mura e Paola Nugnes e discussa con un panel politico di ampio schieramento e con la diretta collaborazione del mondo scientifico.
La nuova proposta normativa concentra l’attenzione sulla qualità dei suoli in linea con la Strategia europea per il suolo per il 2030, “Suoli sani a vantaggio delle persone, degli alimenti, della natura e del clima” adottata dalla Commissione europea lo scorso 17 novembre, che rileva come il 60-70% dei suoli europei non sia in buona salute perché in forte degrado dovuto a impermeabilizzazione, eccessivo sfruttamento, erosione, compattazione, riduzione di materia organica, inquinamento, perdita di biodiversità e salinizzazione.
L’obiettivo dell’Unione Europea è quello di ripristinare la salute dei suoli del continente e azzerare il consumo di suolo al 2050, con obiettivi intermedi da raggiungere entro il 2030, riconoscendo come il suolo sia un alleato fondamentale nella lotta per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico.
La salute dei suoli diviene quindi il focus della proposta di legge che stabilisce puntuali misure per la protezione e la gestione sostenibile dei suoli. Un rovesciamento di visione rispetto ai precedenti testi discussi – ma mai approvati – dai diversi rami del Parlamento negli ultimi 10 anni: la prima proposta di legge per la tutela del suolo proposta dall’allora Ministro dell’agricoltura Mario Catania, è infatti del 2012.
In palese ritardo, diviene urgente per il nostro Paese approvare una norma dedicata alla tutela di questa fragile risorsa non rinnovabile da cui dipende la vita sul Pianeta, messa a grave rischio dalle attività umane e strettamente interdipendente con altri fenomeni come il cambiamento climatico, il rischio idrogeologico, la fornitura di cibo. Una proposta che rientrerebbe tra le riforme previste – quindi necessarie - del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e che auspichiamo diventi prioritaria nella prossima legislatura.
Prima di tutto è necessario ricostruire un quadro unitario e coerente di monitoraggio del suolo attraverso una banca dati pedologica nazionale, oggi ancora frammentata, parallelamente allo sviluppo di linee guida e prescrizioni tecniche per la protezione e la gestione sostenibile del suolo. In base a queste linee guida sono da individuare le aree sottoposte alle diverse tipologie di minaccia di degrado e sono predisposti specifici programmi di azione obbligatori per gli enti territoriali per ripristinare i suoli e i servizi ecosistemici connessi. Si disegna quindi su scala nazionale un quadro dello stato dei suoli in grado di portare all’evidenza le principali criticità che dovranno essere recuperate da appositi e puntuali piani di intervento da recepire nei piani di gestione del territorio.
Il nuovo approccio si concentra quindi sulla qualità e la disponibilità dei suoli, inserendo che il grado di impermeabilizzazione dei suoli non possa essere aumentato e che quindi ogni strumento urbanistico e di gestione del territorio debba essere garante di un uso sostenibile dei suoli.
La stesura dell’articolato ha visto la collaborazione dei ricercatori dell’Associazione italiana delle società scientifiche agrarie (AISSA), con sostegno dell’Unione nazionale delle accademie per le scienze applicate allo sviluppo dell’agricoltura, alla sicurezza alimentare e alla tutela ambientale (UNASA), e del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA).
Il FAI, che da anni promuove la campagna di sensibilizzazione #salvailsuolo, auspica che con questa proposta di legge quadro per il suolo, anche l’Italia si impegni davvero a rendere concreto l’obiettivo dell’Unione Europea per la tutela dei suoli sani e il recupero dei suoli degradati.
nei Beni FAI tutto l'anno
Gratis