04 febbraio 2007
Giungono di notte, nei luoghi più oscuri e isolati, nelle abitazioni abbandonate o in castelli silenziosi e misteriosi. I fantasmi si aggirano per le mura tra cigolii di porte invecchiate e suoni stridenti di catene metalliche. Alcuni non hanno la testa, altri non sono che un'indefinita presenza incorporea ma luminescente, altri ancora hanno sembianze umane e spesso somigliano a personaggi realmente esistiti.
Nelle credenze popolari di certi paesini, infatti, i fantasmi rappresentano le anime dei defunti che continuano a visitare la terra anche dopo la morte, per portare ancora amore e consolazione ai parenti sofferenti, che non accettano la triste separazione. Queste apparizioni semi umane non fanno paura, sono anzi desiderate e ricercate, e caratterizzano la tradizione di antichissime popolazioni, da quella greca a quella romana all'orientale giungendo fino ai giorni nostri.
Vani sono i tentativi della scienza che cerca di negare l'esistenza dei fantasmi dimostrando che non esistono interferenze tra il mondo terreno e quello dell'aldilà. Che si tratti di illusione o di reale apparizione, la cultura popolare crede ancora fortemente in questa forma di connessione con il mondo dei defunti.
Qualche ricercatore specializzato parla di “buchi spazio-temporali” generati da speciali situazioni ambientali che, creando un buco nella luce, permette di vedere nel passato per pochi istanti. La verità di questa teoria è ancora molto dubbia.
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