15 aprile 2016
Il voto, che ha espresso mercoledì 13 aprile il Parlamento europeo dando il via libera all'autorizzazione per i prossimi 7 anni all'utilizzo del pericoloso pesticida, non considera il principio di precauzione. Delle due l'una: o ci sono prove certe che il Glifosato non ha conseguenze sulla salute - e in questo caso perché non rinnovare di altri 15 anni l'autorizzazione al suo utilizzo come volevano le lobby dell'agricoltura chimica - o, invece, i dubbi ci sono e allora è indispensabile rispettare il principio di precauzione e vietare del tutto l'erbicida, perlomeno fino a quando non sarà conclusa una valutazione scientifica indipendente sulla sostanza.
Molto dura la reazione delle 38 associazioni ambientaliste e dell'agricoltura biologica, tra le quali il FAI, che stanno portando avanti da mesi la campagna nazionale #Stopglifosato. “Anche se il Parlamento europeo nella risoluzione approvata ha chiesto il divieto d'uso dell'erbicida a base di glifosato in aree verdi, pubbliche e private – dichiara Maria Grazia Mammuccini, portavoce del tavolo #Stopglifosato - ha perso però una grande occasione per una svolta chiara verso un'agricoltura più pulita a tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente. Non basta, infatti, un divieto nei parchi e nei giardini per evitare la contaminazione su larga scala di cibo, acqua, suolo e aria". La speranza è ora “che l'Italia mantenga ferme le posizioni espresse precedentemente dai ministri dell'Agricoltura, della Salute e dell'Ambiente, Martina, Lorenzin e Galletti, e che ostacoli in tutti i modi il rinnovo dell'autorizzazione per il glifosato nei prossimi appuntamenti a livello europeo”. “Questa posizione al ribasso del Parlamento Europeo – continua Daniele Meregalli, Responsabile Ufficio Ambiente del FAI – rischia di mettere in pericolo non solo la salute dei cittadini europei ma anche l'autorevolezza e la credibilità delle Istituzioni comunitarie stesse, dato che il punto di partenza, lo ricordiamo, è uno studio dello IARC (Istituto per la ricerca sul cancro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità – Nazioni Unite) che ha definito il diserbante come probabilmente cancerogeno per l'uomo, una definizione che, secondo la norma europea, è sufficiente per impedirne il rinnovo dell'autorizzazione".
Le associazioni non hanno intenzione di dare per vinta una battaglia che si gioca sulla pelle dei cittadini e promettono di farsi sentire in tutte le forme possibili. “Abbiamo perso una battaglia ma non la guerra - conclude la Mammuccini - continueremo a monitorare e a farci sentire in tutte le sedi, per ottenere il divieto d'uso di un probabile cancerogeno.”
L'Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche (ECHA), formalmente responsabile per la classificazione UE delle sostanze cancerogene, ha avviato nel frattempo una revisione della possibile cancerogenicità, mutagenicità delle cellule germinali e tossicità riproduttiva del glifosato, ma tale revisione non sarà completata prima della fine del 2017 mentre la decisione sul rinnovo dell'autorizzazione all'uso del Glifosato nei 28 paesi UE dovrà essere presa dalla Commissione entro la fine del prossimo mese di giugno.
Il glifosato è l'erbicida più utilizzato al mondo essendo presente in 750 formulati ed è il diserbante maggiormente collegato alle sementi Geneticamente Modificate (OGM) di mais, soia e cotone il cui DNA è stato manipolato da Monsanto per resistere a questo diserbante. In Italia negli ultimi anni l'ISPRA ha raccolto dati sulla presenza di oltre 175 pesticidi nelle acque, superficiali e sotterranee.
Persone, piante e animali sono oggi esposte in tanti modi al Glifosato e ai prodotti commerciali che lo contengono. Oltre che in agricoltura è ampiamente impiegato dagli enti pubblici per la pulizia dei margini stradali, delle massicciate ferroviarie e dei binari ed è presente anche in prodotti da giardinaggio e per l'hobbistica.
Del Tavolo fanno parte: Aiab, Associazione per l'Agricoltura Biodinamica, FAI - Fondo Ambiente Italiano, Federbio, Firab, Greenpeace, Italia Nostra, ISDE – Medici per l'ambiente, Legambiente, Lipu, Navdanya International, PAN Italia, Slowfood, Terra Nuova, Touring Club Italiano, Associazione Pro Natura, UpBio, WWF.
Aderiscono alla Campagna Stop Glifosato: AnaBio, Asso-Consum, l'Associazione Culturale Pediatri (ACP), Donne in campo-CIA Lombardia, Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua, Greenpeace, Ibfanitalia, MdC, NUPA, REES Marche, il Test, UNA.API, VAS, WWOOF Italia, Zero OGM, Green Italia, Cospe Onlus.
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