23 febbraio 2015
L'antica Strada regina costeggia le principali località turistiche del lago di Como – Colonno, Sala Comacina, Tremezzo, Tremezzo, Griante, Argegno, Menaggio...- e collega il Lago a Svizzera, Valtellina, Valchiavenna, offrendo scorci di rara bellezza su grandi ville, parchi e sulle rive del lago: è quindi un tipico esempio di paesaggio culturale in cui l'opera della natura si fonde con quella dell'uomo.
L'urbanizzazione crescente e l'aumento del traffico, commerciale e turistico, hanno reso l'arteria per lunghi tratti non più sufficiente a garantire le sue funzioni di facile percorribilità.
Per ovviare a queste problematiche, la provincia di Como, la Camera di Commercio e le amministrazioni dei Comuni interessati hanno varato un progetto per la realizzazione di una nuova arteria che consentisse una maggiore velocità di scorrimento e di collegamento senza attraversare i centri abitati.
Nel giugno 2006 viene quindi stipulato un accordo di programma per la realizzazione della “variante alla Tremezzina” e nel luglio 2007 viene sottoscritta una convenzione tra il Ministero delle Infrastrutture, Regione Lombardia, Provincia di Como, ANAS e Camera di Commercio con la quale la Provincia di Como si impegna a redigere la progettazione preliminare dell'infrastruttura in collaborazione con ANAS. Il Decreto Legge “Sblocca Italia”, per finanziare l'opera, prevede lo stanziamento di 210 milioni di euro e Regione Lombardia ne destina 21.
Nel dicembre 2013 si apre la procedura di valutazione di impatto ambientale e il FAI partecipa presentando le proprie osservazioni al progetto, nelle quali si evidenziano alcune criticità della progettazione che non valuta adeguatamente l'impatto ambientale e la questione dell'inserimento paesaggistico.
In particolare, secondo il FAI, non vengono considerati gli impatti sul Santuario della Vergine del Soccorso e sul Sacro Monte di Ossuccio, dal 2003 patrimonio UNESCO per le loro peculiarità di luogo di culto e di preghiera, sull'ex Monastero di San Benedetto in Val Perlana e soprattutto sulla Torre del Soccorso, Bene del FAI, che perderebbe completamente la sua natura di struttura difensiva e di avvistamento.
La strada passerebbe infatti a ridosso della torre, distruggendo la radura che si trova ai piedi del pendio che conduce alla torre e il paesaggio circostante, caratterizzato da paesaggi agricoli tradizionali, terrazzamenti e colture tipiche, un contesto ambientale delicato apprezzato in tutto il mondo proprio per la sua “naturalità”.
Tutta la zona verrebbe completamente snaturata dalla presenza della strada e quindi privata delle sue peculiarità di area di estremo pregio ambientale e paesaggistico.
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