14 giugno 2013
Per raccontarci il sodalizio tra il FAI Giovani Emilia Romagna e il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria – Modena, importante esempio di collaborazione tra soggetti che operano sullo stesso territorio, abbiamo intervistato Vittorio Cavani, membro di entrambi i Gruppi. Ciò che più colpisce leggendo le sue parole è che “la cultura e l'arte sono parte integrante della formazione di un giovane imprenditore”, a testimonianza del fatto che la collaborazione tra FAI e Confindustria è frutto di una comunanza di vedute.
Vittorio, perché un gemellaggio tra il FAI Giovani Emilia Romagna e i Giovani Imprenditori – Confindustria Modena?
Penso che il gemellaggio appena sancito non si configuri come la firma di una mera convenzione, ma costituisca una rilevante opportunità per entrambi gli enti. Numerose sono infatti le affinità che accomunano le mission del FAI e di Confindustria; tra queste spicca senza ombra di dubbio l'attenzione riservata alle tematiche concernenti la responsabilità sociale del territorio in un'ottica di sviluppo sostenibile e di tutela del patrimonio culturale ed ambientale.
Tu fai parte di entrambi i gruppi. Cosa significa per te questo sodalizio?
La collaborazione instaurata rappresenta un riconoscimento delle attività promosse dalla commissione cultura, di cui sono delegato assieme all'amico e collega Luca Panini, in seno al Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Modena. La convergenza di intenti è emersa sin dal primo incontro con Elena Bertolaso ed Elisa Cruciani, tenutosi a Modena lo scorso settembre, durante il quale si è deciso di lavorare congiuntamente a un progetto non solo a carattere aggregativo ma con risvolti di utilità culturale e civica. Così è nato il progetto di Ponte del Diavolo.
In cosa consisterà la collaborazione tra il FAI Giovani Emilia Romagna e i Giovani di Confindustria?
Proprio l'imminente evento culturale organizzato a Ponte del Diavolo rappresenta, a mio parere, la migliore esemplificazione delle potenzialità strutturali del binomio fra una Fondazione no profit ed un'Associazione di categoria di industriali, binomio che ha creato le condizioni necessarie per costruire un progetto teso alla valorizzazione di un'area naturalistica ed archeologica grazie all'installazione di pannelli realizzati in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna. A ciò si aggiunge l'allestimento di una performance di arte contemporanea, curata da Pietro Pirelli, Gianpietro Grossi e Adolfo Lugli e sotto la direzione di Marco Pierini, direttore della Galleria Civica di Modena.
Quali saranno, secondo te, i risvolti positivi di questo accordo sul territorio?
Il novero delle istituzioni culturali di rilievo (Orto Botanico e Museo Gemma 1786 dell'Università di Modena e Reggio Emilia; Archivio di Stato; Galleria Civica; Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena) che hanno aderito al progetto testimoniano quelli che potranno essere gli atout a medio e lungo termine. Ulteriore dimostrazione è data dal fatto che l'happening a cui accennavo non sarà fine a se stesso, bensì se ne trarrà una videoinstallazione finalizzata, tra le altre cose, a fungere da volano comunicativo per la promozione e riqualificazione dell'area di Ponte del Diavolo.
Se dovessi lanciare un appello ai Gruppi di Giovani Imprenditori presenti nelle altre regioni, cosa diresti loro?
Mi limito a dire che la cultura e l'arte sono parte integrante della formazione di un giovane imprenditore, come sostenuto dalla presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Modena Elena Salda, e che l'esempio del nostro sodalizio possa in futuro favorirne altri.
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