07 marzo 2015
Alle recenti polemiche sul progetto di ricostruzione dell'opera monumentale Teatro Continuo di Alberto Burri all'interno del Parco Sempione, il FAI risponde senza indugio in appoggio alla proposta avallata dal Comune di Milano e autorizzata dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano. “Parco Sempione non è un appezzamento naturale, ma è un grande parco storico ottocentesco, e come tale è stato concepito come un armonioso insieme di spazi verdi che convivono a fianco di piccoli monumenti; un vero e proprio paesaggio ideale in cui l'elemento Natura è progettato e piegato all'Artificio”, spiega il vicepresidente Esecutivo Marco Magnifico. “Un paesaggio quindi interamente immaginato e costruito dall'uomo, atto a offrire diletto al visitatore, arricchito dalla presenza del palazzo della Triennale, progettato nel 1933 da Giovanni Muzio con l'intenzione di conferire ad esso un'ulteriore vocazione, quella artistica. Le opere d'arte inserite nel contesto naturale ne amplificano la fruibilità, non la limitano”.
Inoltre, “non sono 170 mq necessari al riallestimento del Teatro a sottrarre verde ai cittadini, nell'ambito di un parco già di per sé non destinato al gioco del pallone, ma piuttosto al riposo e allo svago; le opere d'arte come quella di Burri rivestono nel Parco Sempione il ruolo dei padiglioni nei parchi ottocenteschi destinati ad ospitare attività come la musica e il teatro. E' un grande onore per Milano offrire ai suoi cittadini un'interpretazione contemporanea di straordinaria qualità artistica di un parco ottocentesco” continua Magnifico. Nella concezione originaria di Burri, infatti, il Teatro Continuo costituiva un'integrazione artistica al cannocchiale prospettico che inquadra e mette in risalto la Torre del Filarete del Castello Sforzesco da un lato e l'Arco della Pace dall'altro. Si presentava come una struttura palcoscenico ridotta all'essenziale, composta da una piattaforma sollevata da terra e da sei quinte laterali mobili dipinte di bianco su una facciata e di nero sull'altra. Divenendo così parte integrante del Parco Sempione, l'opera si offriva come macchina scenica sempre predisposta per l'uso nel cuore di Milano, sia per attività e spettacoli artistici, sia per un utilizzo indipendente da parte di ognuno. Con quest'opera Burri esprimeva il proprio vivo interesse per il teatro allargando la nozione di scena allo spazio urbano; e manifestava una decisa consonanza rispetto alla temperie culturale del momento, caratterizzata da una domanda di socialità e di condivisione e dalla tendenza a spostare l'operatività artistica dallo spazio deputato al contesto pubblico. “Le 6 quinte di teatro inquadrano l'Arco della Pace e il Castello Sforzesco collaborando all'apertura prospettica offerta dal palcoscenico naturale del Parco, e non mortificandola”, spiega Magnifico.
Fino al 1989 il Teatro Continuo è rimasto in situ e ha fatto parte di un insieme di particolare valore artistico e urbanistico comprendente i Bagni Misteriosi di Giorgio De Chirico – in cui sarebbe giusto rivedere l'acqua - e Accumulazione Musicale e Seduta di Arman, entrambi risalenti alla XV Triennale e tuttora presenti presso il Parco Sempione. Del tutto perduta invece, l'opera Labirinto per ragazzi dello studio BBPR con al centro un Mobile di Alexander Calder per la X Triennale del 1954, la cui ricostruzione il FAI auspica. “Il FAI si augura che l'opera di Alberto Burri non venga soltanto ricostruita ma resa fruibile nella sua concezione originaria di Teatro, con la messa a punto di un calendario di eventi appositamente pensati, altrimenti non sarebbe un teatro e io sarei contrario” conclude Marco Magnifico.
nei Beni FAI tutto l'anno
Gratis