16 maggio 2008
Una sintesi unica e probabilmente irripetibile tra l'opera di un artista moderno e un frammento di centro storico dal carattere di architettura “minore”. Da una parte le sculture di Costantino Nivola, artista sardo di riconosciuta importanza internazionale, dall'altra la corona delle modeste costruzioni che cingono Piazza Satta a Nuoro, che esprime il mito della comunità paesana come nucleo identitario e luogo di un'integrazione armonica tra umanità e ambiente. Un “gioiello unico di significato mondiale”, come lo ha definito lo storico dell'arte Fred Licht, che oggi rischia di essere irrimediabilmente rovinato.
Colpa del progetto proposto dalla provincia di Nuoro - e incredibilmente approvato dalla Soprintendenza - per ampliare il Museo Man, che introdurrebbe fra le case di paese di una Nuoro ancora ottocentesca un tipico “cubo bianco” di tanti musei d'arte contemporanea, contrapponendo al tono dimesso delle vecchie costruzioni e all'atmosfera raccolta del villaggio la spettacolarità del nuovo regime culturale dell'era globalizzata.
Per questo, il FAI prende posizione al fianco dei tanti che si oppongono a questo questo progetto di “cannibalismo culturale”, paradossale proprio perché condotto in nome di un'istituzione, come il Museo Man, deputata a farsi interprete dei valori di tutela dei beni culturali. Anche perché il progetto non costituisce l'unica soluzione praticabile per dotare il museo dei nuovi spazi di cui ha giustamente bisogno, come per esempio il restauro non invasivo dell'edificio.
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