Roma, ripartire si può: con la cultura

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Roma, ripartire si può: con la cultura
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05 giugno 2013

Roma è una città con un patrimonio culturale unico al mondo che però non è adeguatamente valorizzato. Una ricchezza enorme che rende questo luogo tra i più belli del mondo e che può essere il punto di partenza per il rilancio della città. Ne hanno discusso Andrea Carandini, Roberto Grossi e Marco Parini nell'incontro "Roma: non c'è economia senza cultura".

Roma: la Città Eterna, la culla della nostra storia, con i musei, i siti archeologici, i teatri, le biblioteche, i festival, un patrimonio d'arte e cultura che la rende unica al mondo. Roma però è anche una città in crisi, vittima di un impoverimento sociale ed economico, che non è in grado di custodire e valorizzare queste ricchezze. Ieri, mercoledi 5 giugno 2013, hanno discusso di questo tema il Presidente del FAI Andrea Carandini, il Presidente di Federculture Roberto Grossi, Il Presidente di Italia Nostra Marco Parini, nel corso dell'incontro “Roma: non c'è economia senza cultura".

Il patrimonio culturale di Roma non è valorizzato

  • Contando le aree archeologiche, Roma ha quasi il doppio dei musei e monumenti statali di Parigi, 4 volte quelli di Londra, 10 volte quelli di New York.
  • I primi cinque musei di Roma realizzano 3,6 milioni di visitatori ogni anno. Quelli di Londra 25,3 milioni, quelli di Parigi 23,4, quelli di Istanbul 7 milioni.
  • Nel 2012 Roma ha accolto 23 milioni di turisti, Berlino 25 milioni, Parigi 29 milioni.
  • Le risorse stanziate da Roma Capitale per la cultura sono diminuite di più di 15 milioni di euro in cinque anni.

La cultura non è mai una priorità per i Governi

Il Presidente del FAI Carandini ha condiviso la sua esperienza: “Sono un archeologo, ho 75 anni, lavoro a Roma da una vita. Non uno dei miei 'sogni archeologici' si è realizzato. Sono diventato Presidente del FAI e ho molto apprezzato Il fatto che la Fondazione avesse scelto un luogo da tutelare a Roma, il Teatro di Marcello. Avevamo uno sponsor, che aveva offerto sette milioni e mezzo di euro. Abbiamo aspettato tre anni e poi lo sponsor se ne è andato. Questa è stata una grande delusione. Roma è l'esempio di quello che accade in Italia”.

“L'ambiente, la cultura, il paesaggio, la storia e l'arte non vengono mai indicati come priorità – ha spiegato ancora Carandini - . Anche nei programmi di questo Governo viene spesa una parola su questi temi. Questa è una classe dirigente che si è formata sull'industrialismo ma a Roma l'88% dell'occupazione è fornita dai servizi e del terziario nessuno si occupa. Lo sviluppo oggi è in questo settore. Se i servizi hanno come presupposto la cultura, ecco che la cultura diventa il segreto del mestiere per lo sviluppo spirituale, civico ma anche economico di un Paese: i Paesi che vanno avanti sono quelli che investono in istruzione e cultura, cosa che in Italia non avviene".

Per Roberto Grossi “la cultura deve tornare centrale. Per questo dobbiamo fare in modo che ci sia una precisa assunzione di responsabilità nella figura del Vicesindaco che deve avere la delega alla Cultura insieme a quella al Turismo. Bisogna anche promuovere una nuova governance che permetta che i Beni culturali siano affidati a privati come il FAI, o Italia Nostra, ma anche a piccole associazioni. Il Comune non deve gestirli direttamente”. Carandini, in seguito, preciserà che è giusto favorire l'intervento di Privati validi, ma che comunque l'intervento privato non può e non deve surrogare il compito dello Stato, che ha la responsabilità del patrimonio del Paese, come stabilisce la Costituzione.

Marco Parini ha affermato che la cultura è un investimento non è un costo, il nostro è un Paese che ha un economia di trasformazione, non ha materie prime. Tutto quello che l'Italia esporta, tutto quello per cui l'Italia è famosa è derivato dall'opera di ingegno: il design, la meccanica di precisione, la moda... Risulta quindi incredibile che la cultura non sia tra le priorità del Governo. Serve un new deal della cultura".

"Caro Sindaco, voltiamo pagina. Ecco come": le proposte di Italianostra e del FAI al nuovo Primo cittadino

  • L'unicità e la vastità del patrimonio culturale della città richiedono un'assunzione di responsabilità da parte dell'amministrazione pubblica e la messa in atto di una strategia precisa per la valorizzazione di questa ricchezza: il Vicesindaco dovrà avere anche il responsabile della cultura, con un mandato ampio all'interno della Giunta.
  • La Capitale non può essere solo una vetrina del suo grande passato ma deve diventare “un'officina, un laboratorio creativo”, deve favorire la creatività attraverso momenti di scambio internazionale – come le residenze d'artista – e favorendo lo scambio tra le scuole, il sistema della produzione e il mercato.
  • L'amministrazione pubblica deve garantire investimenti programmati e certi per il settore, con bandi per l'erogazione di fondi e una rendicontazione di come vengono utilizzati.
  • A Roma le attività culturali offrono occupazione a 141 mila persone creando un valore aggiunto di 9,5 miliardi di euro. Bisogna destinare almeno il 25% della tassa di soggiorno che viene imposta a tutti i turisti di Roma per sostenere e far crescere le migliaia di imprese che lavorano in questo ambito.
  • Infine, bisogna creare un forte coordinamento delle attività e delle strategie di promozione della città, ottimizzando investimenti e risorse e anche destinando almeno il 25% della tassa di soggiorno alla tutela di Roma dal punto di vista urbanistico, del decoro e dell'accessibilità del patrimonio culturale.

Da Grossi un'esortazione: “Caro sindaco, voltiamo pagina. Puntiamo sulla cultura per rilanciare l'economia ma anche l'immagine di Roma nel mondo”.

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