05 giugno 2013
Roma: la Città Eterna, la culla della nostra storia, con i musei, i siti archeologici, i teatri, le biblioteche, i festival, un patrimonio d'arte e cultura che la rende unica al mondo. Roma però è anche una città in crisi, vittima di un impoverimento sociale ed economico, che non è in grado di custodire e valorizzare queste ricchezze. Ieri, mercoledi 5 giugno 2013, hanno discusso di questo tema il Presidente del FAI Andrea Carandini, il Presidente di Federculture Roberto Grossi, Il Presidente di Italia Nostra Marco Parini, nel corso dell'incontro “Roma: non c'è economia senza cultura".
Il Presidente del FAI Carandini ha condiviso la sua esperienza: “Sono un archeologo, ho 75 anni, lavoro a Roma da una vita. Non uno dei miei 'sogni archeologici' si è realizzato. Sono diventato Presidente del FAI e ho molto apprezzato Il fatto che la Fondazione avesse scelto un luogo da tutelare a Roma, il Teatro di Marcello. Avevamo uno sponsor, che aveva offerto sette milioni e mezzo di euro. Abbiamo aspettato tre anni e poi lo sponsor se ne è andato. Questa è stata una grande delusione. Roma è l'esempio di quello che accade in Italia”.
“L'ambiente, la cultura, il paesaggio, la storia e l'arte non vengono mai indicati come priorità – ha spiegato ancora Carandini - . Anche nei programmi di questo Governo viene spesa una parola su questi temi. Questa è una classe dirigente che si è formata sull'industrialismo ma a Roma l'88% dell'occupazione è fornita dai servizi e del terziario nessuno si occupa. Lo sviluppo oggi è in questo settore. Se i servizi hanno come presupposto la cultura, ecco che la cultura diventa il segreto del mestiere per lo sviluppo spirituale, civico ma anche economico di un Paese: i Paesi che vanno avanti sono quelli che investono in istruzione e cultura, cosa che in Italia non avviene".
Per Roberto Grossi “la cultura deve tornare centrale. Per questo dobbiamo fare in modo che ci sia una precisa assunzione di responsabilità nella figura del Vicesindaco che deve avere la delega alla Cultura insieme a quella al Turismo. Bisogna anche promuovere una nuova governance che permetta che i Beni culturali siano affidati a privati come il FAI, o Italia Nostra, ma anche a piccole associazioni. Il Comune non deve gestirli direttamente”. Carandini, in seguito, preciserà che è giusto favorire l'intervento di Privati validi, ma che comunque l'intervento privato non può e non deve surrogare il compito dello Stato, che ha la responsabilità del patrimonio del Paese, come stabilisce la Costituzione.
Marco Parini ha affermato che la cultura è un investimento non è un costo, il nostro è un Paese che ha un economia di trasformazione, non ha materie prime. Tutto quello che l'Italia esporta, tutto quello per cui l'Italia è famosa è derivato dall'opera di ingegno: il design, la meccanica di precisione, la moda... Risulta quindi incredibile che la cultura non sia tra le priorità del Governo. Serve un new deal della cultura".
Da Grossi un'esortazione: “Caro sindaco, voltiamo pagina. Puntiamo sulla cultura per rilanciare l'economia ma anche l'immagine di Roma nel mondo”.
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