Roma, crollano le catacombe di S. Sebastiano

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Roma, crollano le catacombe di S. Sebastiano
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11 giugno 2013

Le catacombe di San Sebastiano sono un'importante testimonianza storica della Roma antica. Oggi il tetto è crollato e le infiltrazioni d'acqua danneggiano gli ambienti ipogei e gli affreschi. Il Presidente del FAI Andrea Carandini spiega che questi disastri accadono perché mancano i fondi per la "manutenzione programmata".

Allarme per le catacombe di San Sebastiano sull'Appia Antica, uno dei complessi archeologici più importanti di Roma: il tetto ha subito un crollo, le macerie hanno danneggiato un antico sarcofago. Le infiltrazioni d'acqua allagano gli ambienti ipogei e danneggiano gli affreschi.

Il Presidente del FAI Andrea Carandini, intervistato dall'agenzia di stampa Adkronos, dichiara: “il complesso di San Sebastiano è uno dei più importanti per la storia della Cristianità”. Qui. infatti, “nella metà del III secolo, durantele persecuzioni di Valeriano, vengono probabilmente trasferite le reliquie di San Pietro e di San Paolo, creando un luogo di preghiera. Successivamente Costantino fa edificare la Basilica Apostolorum e riporta le reliquie ai loro posti, quelle di San Paolo nella basilica appositamente costruita sulla via Ostiense, quelle di San Pietro in Vaticano".

"Anche in assenza di reliquie – prosegue Carandini - quello resta un luogo di preghiera per i due apostoli, oltre che un sito archeologico di prima importanza. Il primato di Roma nel Cristianesimo è fondato sulle reliquie di Pietro e Paolo e forse anche la Chiesa potrebbe dare un contributo per salvare il complesso dell'Appia Antica", suggerisce l'archeologo.

“L'emergenza nasce dalla mancanza di fondi per la manutenzione programmata”

Queste emergenze nascono dalla costante mancanza di finanziamenti per tutelare i nostri Beni culturali: "in Italia non si fa da anni la manutenzione programmata perché non ci sono fondi”. Ed è proprio il patrimonio archeologico quello più a rischio, che subisce i danni degli agenti atmosferici o si trova in zone sismiche. Ma "come può il Mibac – si domanda Carandini - che dispone per il 2013 di soli 90 milioni di euro di fondi, provvedere alla manutenzione programmata dell'intero patrimonio nazionale? Il restauro del Colosseo costa 25 milioni: per tutta l'arte, l'archeologia, il territorio e il paesaggio il Ministero dispone di fondi inferiori a quattro volte il costo di quel restauro".

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