01 dicembre 2021
«Non ho attaccamento alle opere, ci ho vissuto in mezzo: meglio di così! Mi basta una cartolina, semmai, per ricordare una cosa. Perché trovo che l’arte debba essere a disposizione di tutti».
Nicoletta Pallini Clemente
Il FAI presenta a Villa Necchi Campiglio l’opera di Massimo Campigli, Ritratto di Adriano Pallini, del 1934: una donazione di Nicoletta Pallini Clemente che arricchisce il patrimonio di questa casa-museo nel cuore di Milano, tutelata, valorizzata e regolarmente aperta al pubblico dal FAI. La donazione si inserisce perfettamente nella ricca collezione d’arte del Novecento già custodita in Villa, frutto di generose donazioni susseguitesi nel tempo, da quella della gallerista Claudia Gian Ferrari a quella della famiglia di Guido Sforni, e numerose altre.
Il dipinto di Massimo Campigli (Berlino 1895 – Saint Tropez 1971) proviene dalla collezione privata dello stesso Adriano Pallini (1897-1955) che è ritratto nel dipinto, padre della donatrice, celebre sarto milanese d’adozione, appassionato di cultura, d’arte e di musica, che fu amico di artisti e intellettuali, tra cui Arturo Martini, Mario Sironi o Giorgio de Chirico, ma anche del poeta Vincenzo Cardarelli, e ne collezionò le opere quando erano ancora poco noti, ottenendole da principio, curiosamente, in cambio di abiti confezionati su misura per loro. Particolarmente intensa l’amicizia tra Adriano Pallini e Massimo Campigli, testimoniata dai ritratti che l’artista fece a tutta la famiglia - oltre al padre, anche alla sorella di lui, alla moglie Marta e alle due figlie, Adriana e Nicoletta – e da numerose lettere; in una di queste Campigli scrive: «Ad ogni mio arrivo a Milano, la prima visita era per te Adriano, amico di tutti i miei amici, di tutti il confidente, e di tutti sapevi parlare con animo benevolo e delicato. Volevi che andassi in giro come un signore fin dai tempi di Via dell’Orso, quando i miei quadri non li voleva nessuno».
Tra il 1925 e il 1955 l’Atelier Pallini in Via dell’Orso, molto frequentato dall’alta società milanese ma anche dagli amici artisti squattrinati dei circoli culturali di Brera, espone al pubblico opere d’arte, ma soprattutto la casa di famiglia in Via Cappuccini si riempie a poco a poco di decine e decine di quadri, sculture, disegni e acqueforti dei massimi artisti del Novecento italiano, tra cui, oltre ai già citati, Carlo Carrà, Achille Funi, Fortunato Depero, Amedeo Modigliani e Lucio Fontana.
Una ricchissima collezione privata, le cui opere, dal salotto di casa, sono spesso partite per figurare in mostre nei più grandi musei del mondo, prestate già dallo stesso Pallini, e che oggi è in parte esposta al MART di Rovereto.
L’intera collezione è stata pubblicata nel 2014, insieme a lettere e documenti di famiglia, dalla figlia Nicoletta Pallini Clemente, curatrice e critica d’arte, nel volume Atelier Pallini. Storia di una collezione italiana 1925-1955.
Proprio Nicoletta, erede della collezione con la sorella, ha deciso di donare il ritratto del padre, uno dei dipinti più cari e intimi, a Villa Necchi Campiglio, di cui ha detto:
«Entrare a Villa Necchi mi ha sempre dato l'impressione di un ritorno a casa. Sarà per questa sua atmosfera di quiete e di serenità, di una bellezza soffusa e mai invadente che evocano le numerose opere esposte, i dipinti, le sculture, gli arredi degli anni ’40 di Piero Portaluppi che abitano questo luogo speciale nel cuore di Milano».
Il dipinto di Massimo Campigli è collocato proprio nella hall all’ingresso della Villa, di fronte all’Autoritratto dell’artista proveniente dalla Collezione Gian Ferrari.