Risorgimento nei Beni FAI: Villa del Balbianello

Risorgimento nei Beni FAI: Villa del Balbianello

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Risorgimento nei Beni FAI: Villa del Balbianello
Beni del FAI

16 marzo 2011

All'inizio dell'800 Villa del Balbinaello apparteneva al conte Luigi Porro Lambertenghi, attivo liberale che, insieme a Federico Confalonieri, finanziò il periodico “Il Conciliatore”, cui collaboravano noti intellettuali di sentimenti patriottici, come Giovanni Berchet e Ludovico di Breme. Quest'ultimo fu spesso ospite a Balbianello, luogo di cui, secondo le parole di Silvio Pellico, sembrava essere “innamorato pazzamente anzi savissimamente”! A sua volta, Pellico fu precettore dal 1816 dei figli di Porro Lambertenghi, che nelle "Mie prigioni" furono ricordati come “due giovinetti di belle speranze ch'io amava come figli miei (…). Dio sa, quante volte in carcere pensassi a loro!” .

Anche Balbianello è un luogo molto caro a Pellico, che così lo evocò in una lettera: “Benedetto Balbianino! Vi passerei volentieri la mia vita, tanto è romanzesco, poetico, magico questo soggiorno“. Sia Pellico che Porro Lambertenghi furono condannati dagli austriaci: il primo venne incarcerato allo Spielberg, mentre il secondo riparò all'estero. Balbianello passò poi al marchese Giuseppe Arconati Visconti, a sua volta implicato nelle cospirazioni del 1821. Per sfuggire alla condanna a morte, fuggì con la moglie, Costanza Trotti Bentivoglio, in esilio volontario a Parigi e poi in Belgio, a Gaasbeek. Qui la coppia diede rifugio a numerosi esuli italiani, come Berchet, Confalonieri, Mamiani e altri. Rientrati in Italia, i coniugi si stabilirono in Piemonte, riaprendo nel contempo la Villa del Balbianello agli amici (tra questi figuravano Massimo D'Azeglio, sua moglie Luisa Blondel e il patriota piemontese Giacinto Provana di Collegno). Dopo aver finanziato l'insurrezione del 1848, la coppia sostenne la monarchia sabauda e le posizioni di Cavour. Nel 1865, infine, Giuseppe Arconati Visconti divenne senatore del Regno.

Coordinamento: Lucia Borromeo Dina
Ricerche storiche: Maria Cristina Brunati, Giorgio Sassi
Si ringrazia inoltre: Sergio Rebora

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