02 novembre 2010
“Tre morti: una mamma e un bambino sepolti in casa da una frana e un uomo travolto dal fango. Sono passati 20 giorni dall'allarme lanciato da un nuovo rapporto scientifico del Consiglio Nazionale dei Geologi che dichiara che 6 milioni di italiani vivono in zone a elevato rischio idrogeologico. Sono passati 12 anni dal 5 maggio 1998 quando decine di frane e 2 milioni di metri cubi di fango travolsero i comuni campani di Sarno, Quindici, Siano e Bracigliano, causando la morte di 160 persone e distruggendo centinaia di abitazioni. Sono passati 9 mesi dalla frana di Sanfratello e un anno da quella di Giampilieri. Due mesi fa il 9 settembre, una frana nel paese di Atrani ha cancellato la vita di una giovane barista, ritrovata un mese dopo al largo dell'isola di Panarea, a più di 150 miglia e 8 ore di nave dalla costa amalfitana. Cosa è cambiato? Nulla”.
Lo ha dichiarato il Presidente del FAI, Ilaria Borletti Buitoni, profondamente scossa dall'ennesima tragedia che ha colpito una delle zone a rischio idrogeologico del nostro Paese. “Da troppo tempo si parla di ambiente - prosegue Ilaria Borletti Buitoni - o per i tagli ai finanziamenti per la prevenzione e la tutela , o per le inchieste e le indagini su malversazioni. Ma intanto l'Italia frana, e sembra che rimangano in piedi, nonostante siano abbandonati, trascurati e danneggiati dalla cattiva gestione del territorio circostante, solo quegli edifici antichi, quelle costruzioni realizzate centinaia di anni fa, seppur senza gli odierni mezzi tecnici e tecnologici e senza le conoscenze scientifiche di cui disponiamo oggi. Questi ultimi drammatici accadimenti dovrebbero farci riflettere su come e dove investire in un Paese che sta crollando. E non ci si nasconda dietro la solita scusa della crisi economica, perché investire in prevenzione, protezione e valorizzazione del territorio servirebbe, oltre che alla sopravvivenza della Nazione stessa, anche a creare nuovi posti di lavoro. Questa volta diciamo basta alla solita presa in giro stagionale, alle inutili lacrime di coccodrillo e chiediamo tutti insieme un tavolo di lavoro fatto di persone serie, professionali e oneste per salvare il nostro Paese”.
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