E' iniziato il 27 marzo alla Camera il dibattito sulla riforma della legge quadro sulle aree protette (C. 4144): il FAI chiede che sia recepito il parere espresso dalla Commissione cultura della Camera, relativo in particolare al coinvolgimento del MiBACT, al rafforzamento del ruolo del Soprintendente e alla verifica della presenza di adeguate competenze tecnico-scientifiche nei casi in cui si delegherà al parco l'autorizzazione paesaggistica.
In occasione dell'audizione in Commissione Ambiente della Camera (11 gennaio 2017) nel merito del ddl sulle aree protette, approvato dal Senato lo scorso 10 novembre, il FAI ha presentato un suo commento e ha apprezzato da parte della Commissione lo sforzo per la ricerca di soluzioni ai nodi problematici che hanno scaldato il dibattito – nono solo recente, ma già vivace negli ultimi anni - sulla riforma della Legge 394 del 1991. Una legge quadro storicamente tanto importante e tanto ricca da non essere mai stata pienamente applicata.
Passaggi critici
Il provvedimento contiene ancora alcuni passaggi critici rispetto ai quali si auspica un progresso nel dibattito in Aula. In particolare, il FAI chiede che venga recepito il parere espresso dalla Commissione cultura della Camera, relativo a:
- art. 4: coinvolgimento del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, non previsto nel testo della 394;
- art. 24: rafforzamento del ruolo del Soprintendente nel caso in cui si deleghi al parco l'iter autorizzativo in materia paesaggistica, prevedendo esplicitamente che il Soprintendente possa richiedere all'ente parco il riesame del progetto se vi rileva difformità rispetto al piano del parco;
- art. 24: conferma del presupposto di verifica della presenza nell'ente parco di strutture in grado di assicurare un adeguato livello di competenze tecnico-scientifiche in materia di paesaggio, prima di affidare loro il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica.
Aspetti positivi
Tra le novità positive, il FAI sottolinea invece:
- le semplificazioni autorizzative disposte dall'art. 6;
- all'art. 19 l'istituzione di due nuovi parchi (Matese e Portofino, particolarmente importante per la vicinanza con l'Abbazia di San Fruttuoso);
- il rafforzamento di alcuni divieti come quello che nei parchi e nelle aree contigue vieta l'eliski e la possibilità di svolgere attività di prospezione, ricerca estrazione e sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi;
- la delega al Governo per l'istituzione di un unico Parco del Delta del Po;
- l'introduzione di un sistema di remunerazione dei servizi eco-sistemici.