09 settembre 2021
È stato un incontro felice e produttivo quello che si è svolto a Roma, ad ottobre 2020, quando durante le Giornate FAI d'Autunno i volontari della Delegazione di Roma aprirono al pubblico, tra gli altri beni, l'Orto Monastico dell'Abbazia di San Paolo fuori le Mura.
L’Orto dell’Abbazia, gestita dai Benedettini, oltre ad essere un luogo segreto ed affascinante con moltissime varietà di piante e fiori, racchiudeva al suo interno un’altra meraviglia: le arnie delle api. Già da tre anni infatti l’Abbazia aveva ripreso a curare ed allevare al suo interno sciami di api mellifere, riprendendo un’usanza che l’Abbazia in anni lontani aveva sempre portato avanti. Nel passato l'Abbazia fungeva, infatti, da punto di raccolta del miele prodotto all'interno di moltissimi giardini segreti ed orti dei conventi romani.
Le api sono fondamentali per il benessere dell’uomo e degli ecosistemi, ma questi intelligenti e preziosi insetti sono minacciati dall'estinzione anche per l’uso massivo dei diserbanti chimici nelle campagne. Ora si è finalmente capito che la moria delle api può portare danni gravissimi ed irreversibili all'ambiente. Per contrastarne la scomparsa, il FAI ha creato in alcuni Beni degli spazi favorevoli al loro benessere: un’occasione per tutelare le api e raccontare a tutti l’importanza della loro conservazione per l’ambiente e per l’uomo.
Ecco allora l'idea, sviluppata da alcuni volontari del FAI di Roma, di tentare un ripopolamento delle api all’interno dei giardini della Capitale. Tentativi, qualche volta riusciti, sono già stati messi in opera a Roma, ma la Delegazione voleva tentare qualcosa diverso e più in linea con lo spirito che anima la Fondazione: collocare le arnie con gli sciami di api in luoghi significativi dal punto di vista storico, artistico e monumentale per dare ai preziosissimi insetti l'opportunità di crescere, prosperare, impollinare in un ambito urbano davvero speciale.
Dopo l’idea iniziale che ha unito la Delegazione FAI di Roma con l’Abbazia di San Paolo fuori le Mura entrano nel progetto il 1^ Municipio del Comune di Roma e l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione dell'Agricoltura del Lazio (Arsial), che lo sostengono concretamente e si ipotizzano i luoghi della capitale che avrebbero potuto ospitare il disegno che è stato chiamato “Regina Apium”.
Con la risposta entusiasta di Musei e Orti monastici e con il fattivo aiuto degli apicoltori dell'Abbazia, dopo soli otto mesi dall’inizio dell’avventura, tutte le arnie previste vengono posizionate tra maggio e giugno 2021.
Naturalmente l'azione del FAI, nello spirito della sua missione, sarà quella di organizzare attività didattiche e divulgative per il pubblico che illustreranno i luoghi che ospitano le arnie e l’azione del ripopolamento apiario.
Eccoci dunque ai luoghi del progetto “Regina Apium” dove i nostri preziosi insetti della specie “licustica italiana” - specie mansueta che da tempo immemore è allevata nel Lazio - stanno prosperando e dove, forse dal prossimo anno, si prevede possa cominciare la produzione di miele.
Le arnie sono distribuite tra:
Tutte le postazioni sono in luoghi sicuri per il pubblico e di facile accesso; inoltre, in alcuni luoghi più che in altri, lo spirito e il significato del tempo hanno fatto propendere per la scelta di quel determinato luogo: nel giardino del Museo di Palazzo Barberini le api sono presenti, per esempio, anche nello stemma della famiglia. Oppure negli orti dei Certosini all'interno del Museo Nazionale Romano (Terme di Diocleziano) anticamente i frati allevavano le api e coltivavano piante medicinali.
Elena Maniscalco Compagna, Delegata all'Informazione per la Delegazione FAI di Roma
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