Referendum trivelle: l'ultimo appello del FAI

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Referendum trivelle: l'ultimo appello del FAI
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14 aprile 2016

Il recente periodo di confusione mediatica sul referendum, che ne ha favorito la politicizzazione, ha contribuito a renderne fumosi e di difficile comprensione i contenuti. In questo contesto il FAI, a pochi giorni dal 17 aprile, ribadisce il suo appello a votare SÍ.

Oltre che per le ragioni già esposte nelle scorse settimane, il FAI si è speso a favore del SÍ anche perché ritiene che le piattaforme al largo delle coste italiane abbiano un forte impatto sul paesaggio – e quindi sul turismo costiero - e che sia quindi necessario che le concessioni entro le 12 miglia dalla costa per l'estrazione di petrolio e gas in mare (questo e non altro è il quesito referendario!) non vengano rinnovate alla loro scadenza.

Inoltre ci sono altre 4 buone ragioni, oltre a quelle già illustrate in un documento stampato e diffuso in centinaia di migliaia di copie, che ci orientano verso questa posizione - hanno dichiarato il Presidente del FAI Andrea Carandini e il Presidente Onorario del FAI Giulia Maria Crespi - e che qui vogliamo riprendere per sostenere il SÌ al referendum”:

  • la necessità di non entrare in contrasto con le direttive europee che stabiliscono solo in via eccezionale (e non in via generale e a tempo indeterminato) la possibilità di elargire proroghe allo scadere delle concessioni. L'attuale regime delle concessioni “a vita” contravviene a questa normativa e di certo non agevola la libera concorrenza.
  • Il fatto che il Governo abbia in verità già sancito il divieto di rilasciare nuove concessioni – a partire da gennaio 2016 - per la fascia di mare compresa nelle 12 miglia dalle coste italiane. Votare SÌ significa quindi aderire alla decisione del Governo ed estendere questo principio alle concessioni esistenti scegliendo di non rinnovarle.
  • La vetustà di alcune piattaforme esistenti, che aumentano il rischio di incidenti in mare aperto. Su 92 piattaforme entro le 12 miglia dalla costa ben 42 sono state costruite prima del 1986 e mai sottoposte a procedura di Valutazione d'Impatto Ambientale (divenuta obbligatoria nel 1986).
  • Secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, nel nostro mare ci sono riserve accertate di petrolio pari a 7,6 milioni di tonnellate. Considerato il fatto che i nostri consumi annui di petrolio ammontano a circa 58 milioni di tonnellate, la quantità che potremo estrarre nei prossimi anni coprirebbe a malapena 7 settimane dei nostri consumi nel 2015. Se consideriamo invece il petrolio presente in giacimenti di terraferma (77,2 milioni di tonnellate di petrolio accertate), la quantità di petrolio estraibile equivale ai nostri consumi di un anno e 4 mesi.

PROMEMORIA

Dove e quando si vota?Per votare sarà necessario andare al proprio seggio, quello indicato sulla scheda elettorale, con un documento d'identità valido e la stessa tessera elettorale. I seggi saranno aperti il 17 aprile dalle 7 alle 23.

Come si vota?La scheda è una sola, gialla, con un quesito referendario a cui si può rispondere “Sì” o “No” con una croce.

Qual è il quesito referendario?"Volete voi che sia abrogato l'art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell'art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?

Cosa succede se vince il sì?Se viene raggiunto il quorum e la maggioranza dei votanti ha scelto il Sì, gli impianti di estrazione di gas e petrolio ad oggi operativi entro le dodici miglia dovranno, alla scadenza della concessione, interrompere la propria attività. Verrà infatti abrogato un articolo delle “Norme in materia ambientale” che prevede la proroga per tutta la durata di vita utile del giacimento delle concessioni per le attività di ricerca e di produzione di gas e petrolio, rilasciate entro le 12 miglia dalla costa.

Cosa succede se vince il no? Se non viene raggiunto il quorum o se la maggioranza dei votanti sceglie il NO, le piattaforme marine operanti all'interno delle 12 miglia marine potranno proseguire l'attività di estrazione di gas e petrolio fino a che i giacimenti non saranno esauriti.

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