31 marzo 2021
Il FAI - Fondo Ambiente Italiano, Federazione Pro Natura, Greenpeace Italia, Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu - Birdlife Italia, TCI - Touring Club Italiano, T&E - Transport & Environment e WWF Italia hanno inviato il 26 marzo 2021 una lettera al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini con la richiesta di resistere alle pressioni politiche ed economiche che vogliono il rilancio del progetto del ponte sullo stretto di Messina, un progetto fallito già nel 2010 e che ora torna in auge per essere inserito nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) definito entro il prossimo aprile.
Nella lettera le associazioni di protezione ambientale sostengono la posizione del Ministro Giovannini che ha chiesto di ampliare il documento relativo al Ponte sullo Stretto - oggi all’esame - includendo la previsione dell’opzione zero, ovvero la cancellazione del progetto, e la valutazione delle alternative per l’attraversamento dello Stretto attraverso il potenziamento dei traghetti, dei porti e delle stazioni ferroviarie.
I problemi del progetto del 2010 sono rimasti irrisolti e non consideravano le 35 prescrizioni di carattere tecnico e ambientale allora richieste nel parere di Valutazione di Impatto ambientale e dal CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile). Il ponte sullo stretto di Messina, infatti, sorgerebbe in una delle zone più delicate da un punto di vista del rischio sismico e idrogeologico (come non ricordare il devastante terremoto del 1908 che rase al suolo Messina e Reggio Calabria?) e tra le più dinamiche al mondo dal punto di vista geologico per l’incontro-scontro tra la placca africana e quella europea; inoltre l’opera sarebbe dovuta sorgere in una delle aree a più alta biodiversità del Mediterraneo, dove sono localizzati ben dodici siti della Rete Natura 2000, tutelati dall’Europa ai sensi delle Direttive Habitat e Uccelli. Pertanto è impossibile che il progetto assolva al criterio vincolante del “no significant harm”, il principio secondo il quale tutti gli investimenti e le riforme inclusi nei Piani di ripresa e resilienza non devono danneggiare l’ambiente.
Le associazioni chiedono dunque al Governo di valutare le alternative al ponte e sostenere un confronto per individuare gli interventi veramente necessari per migliorare la logistica, i porti e le reti ferroviarie e stradali siciliane e calabresi, infrastrutture che devono essere messe in sicurezza e adeguate a favorire l’inter-mobilità a vantaggio di residenti e turisti.
Nel momento in cui l’Italia è la maggiore beneficiaria in Europa dei fondi messi a disposizione dall’Europa con lo strumento Next Generationi EU, si deve mantenere saldo l’orientamento a presentare progetti credibili e cantierabili, respingendo ogni forzatura per proposte come quella del ponte sullo Stretto di Messina, non sufficientemente motivate e che non passerebbero il vaglio dell’Europa e dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile previsti dall’ONU entro il 2030.
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