01 dicembre 2010
“Storia di un crollo annunciato”. A volte i titoli sono imposti dalle tragedie, cancellando con un colpo affilato e ineluttabile la fantasia e la speranza di un futuro migliore. A Pompei i muri, e con loro parte della nostra storia, continuano a crollare, nonostante le grida di allarme, lo sdegno, le parole di rassicurazione. Questa volta è il turno del muretto perimetrale del giardino retrostante la Casa del Moralista, fortunatamente di scarso valore archeologico perché ricostruito al termine della Seconda Guerra Mondiale a seguito dei bombardamenti. Ma non è questo il punto.
“Ormai lo sappiamo – spiega con amarezza il Presidente FAI, Ilaria Borletti Buitoni - il sito archeologico più celebre del mondo, quello più visitato, l'emblema della nostra arte e della nostra storia soffre per gli effetti di anni di mala gestione, di restauri non sempre opportuni, di manutenzione mal fatta, di disattenzione… Soffre e con esso soffre il Paese, un Paese che ha dimenticato quanto il proprio riscatto e la propria rinascita dovrà anche passare attraverso il recupero del nostro straordinario patrimonio culturale”.
Il muretto era protetto da una staccionata di legno a contenimento del terrapieno che preme alle sue spalle, molto probabilmente ingrossatosi a causa delle forti piogge di questi giorni. Una situazione quindi molto simile a quella che ha portato al cedimento della Domus dei Gladiatori. Da qui l'allarme lanciato dal Soprintendente degli Scavi di Pompei, Jeannet Papadopulos, secondo la quale tutti i muri senza copertura sono a rischio.
“Noi siamo quello che eravamo e saremo quello che siamo – conclude Ilaria Borletti Buitoni - Pompei è il passato ma anche il presente e potrà essere il simbolo di un futuro migliore se le Istituzioni faranno la loro parte, se i cittadini faranno sentire la loro voce, se…”.
Leggi il commento del Presidente FAI sul crollo della Domus dei Gladiatori
(FOTO agnfoto/ciro de luca)
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