25 marzo 2007
Le piante grasse, più propriamente dette succulente, sono così chiamate per la speciale consistenza carnosa e ingrossata con cui possono immagazzinare grandi quantità d'acqua nei periodi di pioggia. Grazie alla particolare struttura interna, nei periodi di siccità riescono a gestire l'acqua raccolta, facendo sì che raggiunga tutte le parti della pianta.
Questa singolare capacità delle grasse, cioè di raccogliere e distribuire l'acqua, le rende adatte a tutte le tipologie climatiche, soprattutto quello tropicale arido, e alle aree desertiche dove la pioggia si ha solo una volta l'anno. Quasi tutte le piante succulente, infatti, quando assorbono l'acqua, ispessiscono l'epidermide e si dotano di uno strato di peluria o spine proprio per non disperdere sostanze nutritive nel processo di traspirazione.
Pur adattandosi a quasi tutte le condizioni climatiche, le piante grasse difficilmente trovano un habitat ideale negli appartamenti, non solo perché non riescono a godere di illuminazione e aerazione sufficienti, ma anche perché è difficile garantire la giusta temperatura. In inverno, infatti, il letargo naturale indispensabile per una buona fioritura estiva è garantito solo sotto i 7° C.
Se non si vuole rinunciare alla coltivazione domestica delle grasse, è necessario non dimenticare poche semplici accortezze. Sostituire sempre il piccolo vaso di plastica con cui vengono vendute le piantine con un vaso in terracotta un po' più grande. Evitare inoltre le eccessive annaffiature, prima causa di morte di queste coltivazioni: nel periodo invernale è sufficiente una ogni tre settimane, e nel periodo estivo una ogni due settimane. Inoltre, per avere una bella vegetazione tutto l'anno, basta combinare diverse specie in base al periodo di fioritura.
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