11 dicembre 2020
La Commissione Europea ha lanciato il Nuovo Bauhaus Europeo (New European Bauhaus), una strategia innovativa all’interno del Next Generation EU, che indirizzerà fondi per lo sviluppo di un radicale rinnovamento del patrimonio edilizio in Europa finalizzato a ridurre le emissioni e i consumi energetici creando vantaggi economici, ambientali e sociali per tutti, promuovendo al contempo la sensibilità estetica e progettuale.
Di indirizzo completamente opposto il nuovo Piano Casa di cui si discute in questi giorni in Sardegna, dove anziché abbracciare il futuro (e con esso i nuovi fondi europei) si torna su un refrain vecchio di oltre 10 anni: un ritorno alle misure di incentivazione legate solo agli aumenti volumetrici, alla possibilità di costruire contro ogni norma e pianificazione, in deroga al Piano Paesaggistico Regionale.
«In questa norma, soprattutto, non c’è nessuna attenzione ai territori e all’ambiente naturale: si parla ancora di edificare sulle coste, nelle aree interne, ovunque. Edificare, edificare, edificare!», ha commentato Monica Scanu, Presidente Regionale FAI Sardegna sulle pagine del quotidiano “La Nuova Sardegna” del 10 dicembre 2020.
Ogni disegno di legge in materia edilizia e di governo del territorio deve essere basato su tre assi principali: tutela e valorizzazione del territorio; risparmio ed efficientamento energetico e idrico, riduzione del consumo di suolo, con l’obiettivo di promuovere misure di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici. Il vero tema di fondo è che il ragionamento sull’edilizia esistente va necessariamente collocato in un ambito ben più ampio che è quello di una visione strategica di tutti i territori, nel rispetto degli strumenti di pianificazione esistenti.
Anche il giornalista Sandro Roggio in un articolo apparso il 10 dicembre 2020 su “Il Manifesto” ha commentato che «il nuovo Piano-Casa è generoso oltre le attese. Senza ritegno. […] Il provvedimento avrebbe un effetto rovinoso nella fascia costiera tutelata dal Piano Paesaggistico Regionale che non ammette trasformazioni incompatibili. Violando il principio nella giurisprudenza costituzionale secondo cui i vincoli sui beni paesaggistici sono revocabili solo d'intesa con il MiBACT e non dal legislatore regionale.»
Per le evidenti criticità costituzionali il governo sicuramente impugnerà il Piano Casa di Solinas, che prevede incrementi volumetrici sino al 50% sulle coste nella fascia protetta a trecento metri dal mare, ma anche nei centri storici e nelle campagne.
Come FAI e con il nostro presidio sul territorio attraverso l’impegno della Presidenza Regionale FAI Sardegna coordinata da Monica Scanu, continuiamo a sostenere con forza l’esigenza di tutelare l’ambiente, il paesaggio e le risorse naturali in una visione strategica dell’isola, anche finalizzata a un reale sostegno dell’economia, che sia efficace e sostenibile e che valorizzi le tante realtà produttive locali che dalla deregulation normativa prospettata nel Piano Casa non trarrebbero alcun vantaggio, e auspichiamo che questa visione venga sposata da un numero sempre crescente di Consiglieri regionali.
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