Piano Casa Liguria: «inaccettabile»

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Piano Casa Liguria: «inaccettabile»
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21 ottobre 2015

Approvato il 19 ottobre, il Piano si propone il rilancio della attività edilizia. Una finalità discutibile tanto nelle premesse quanto nelle conclusioni.

La premessa del Piano Casa Liguria appare già discutibile: il rilancio dell'economia di una regione come la Liguria non può passare ancora da un forte incentivo al settore edilizio, laddove il futuro di questa terra risiede nella proposta di un turismo sostenibile in grado di tutelare e valorizzare il suo patrimonio di arte e natura.

Si comprende la necessità di demolire gli edifici collocati nelle aree a rischio esondazione dei fiumi e di recuperare in generale del patrimonio edilizio, e si comprendono anche le esigenze di semplificare le procedure per dare risposte certe ai cittadini.

Tuttavia, non troviamo in questo provvedimento la giusta risposta a queste necessità tanto che a oggi il Piano Casa, così concepito, ci pare inaccettabile: prima di tutto perché improntato al solo incremento del consumo di suolo, in una regione già molto compromessa dal cemento, al punto di detenere il primato nazionale di territorio urbanizzato nei 10 km di fascia costiera.

È anche inaccettabile il meccanismo: soprattutto perché consente di ricostruire con la possibilità di un ampliamento del 50% della volumetria degli edifici demoliti in aree di esondazione di fiumi o franose.

È inaccettabile l'ampliamento dei volumi esteso anche agli edifici condonati, cioè agli abusi edilizi del passato, come invece vietato dalla legge oggi in vigore.

È inaccettabile l'ampliamento di edifici posti all'interno dei parchi, vietato dalla legge attuale; ed è pericoloso caricare gli Enti Parco della responsabilità di gestire le richieste di questi ampliamenti perché non avranno la forza necessaria per opporvisi. La nuova norma, elimina di fatto il divieto.

Il FAI ritiene che si debbano maneggiare strumenti di governo del territorio come il Piano Casa con maggiore cautela, soprattutto in una regione in cui mancano importanti piani di tutela e di indirizzo, come ad esempio il Piano Paesaggistico o i piani di gestione di alcuni parchi. Tutto aggravato dalla mancanza di una legge sulla riduzione del consumo di suolo, sempre più urgente in Liguria come a livello nazionale.

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