07 maggio 2009
Già, perché ciò che stride, secondo la Soprintendenza del Piemonte, è proprio il confronto fra l'ottimo lavoro svolto e la situazione precaria di una struttura che presenta un numero di funzionari insufficiente, tagli di bilancio, falle nei servizi di segreteria e negli archivi. Possibile, ci si domanda nella lettera, che nonostante numerose riforme succedutesi negli ultimi anni, “non si sia saputo, o voluto, fare della sommatoria dell'impegno di singole persone una struttura organizzata, efficace ed efficiente?”.
Al contrario, in fase di attuazione di tali riforme, i vertici ministeriali hanno determinato “interminabili periodi di assestamento senza portare benefici effetti sulla organizzazione degli uffici periferici ulteriormente depauperati del personale assorbito dalla Direzione Regionale”.
Di fronte alla messa in mostra dei “gioielli” piemontesi, la Soprintendenza vuole sottolineare quindi che il loro lustro e “il capillare lavoro di tutela e valorizzazione dei beni presenti nella nostra Regione sono il frutto dell'impegno delle singole persone che lavorano nelle Soprintendenze piemontesi. Impegno che ormai si sta sostituendo al disimpegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel risolvere con efficacia ed efficienza la desertificazione dei nostri Uffici”.
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