16 febbraio 2021
In attesa della riapertura di Parco Villa Gregoriana a Tivoli prevista a marzo, a inizio febbraio abbiamo intrapreso i consueti monitoraggi dei versanti della forra, la profonda gola a pareti verticali e molto ravvicinate tra le quali scorre il fiume Aniene.
Venerdì 12 febbraio intorno alle 11,15 si è sentito un boato e in un attimo la natura ha seguito il suo corso: un pezzo del versante è franato a valle, sui sentieri e i camminamenti.
Fortunatamente nessuno degli operai in loco stava lavorando in quella zona del parco, perché avevamo già notato che c’era qualcosa che non andava nella parete rocciosa e avevamo programmato degli interventi, lasciando prudentemente l’area sgombra da qualsiasi movimentazione del personale.
Il riscaldamento globale, con i suoi periodi di siccità estiva sempre più prolungati, le piogge autunnali sempre più frequenti e intense, e le improvvise gelate invernali, ha accelerato quel processo naturale che in una forra carsica porta al collasso, specialmente su una parete verticale.
La natura ha i suoi tempi e segue i suoi ritmi, e da secoli in questa villa si cerca il giusto equilibrio tra artificiale e naturale, tra l’uomo che cerca di domarla e la natura che tenta continuamente di prendersi i suoi spazi.
Questa è in fondo la storia di Villa Gregoriana, fin da quando nel 1832 l’architetto e ingegnere Clemente Folchi si distinse con una grandiosa opera di ingegneria idraulica per contenere le continue esondazioni dell’Aniene, incanalando le sue acque in un doppio traforo scavato nel monte Catillo e dando vita ai 120 metri salto della Cascata Grande.
Secondo i dati Ispra del 2018, 7.275 comuni italiani – il 91%! – sono a rischio frane e alluvioni. In particolare, i Beni Culturali esposti a questi pericoli, tra cui Parco Villa Gregoriana a Tivoli, sono il 18,6% del totale nazionale per le frane e il 15,3 è esposto a una pericolosità idraulica media..
Questo contesto estremamente fragile e delicato richiede supervisione costante e tempestività negli interventi. Solo così il FAI può proteggere, sempre, un luogo dal valore inestimabile.
Il Bene FAI di Tivoli è un ecosistema estremamente fragile e delicato, che richiede supervisione costante e tempestività negli interventi. Per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto.