16 settembre 2021
Nell’ambito delle celebrazioni per il 500° anniversario della nascita di Giovanni Battista Moroni, il FAI annuncia l’apertura temporanea e straordinaria di quattro sale del piano nobile di Palazzo Moroni; stanze secentesche, riccamente affrescate da Gian Giacomo Barbelli per volontà di Francesco Moroni (1606-1674), che si conservano integre e ospitano gli arredi e l’importante quadreria, creata nel Seicento e ulteriormente arricchita nell’Ottocento, costituita da un nucleo di dipinti del Cinquecento lombardo, tra cui spiccano i tre capolavori di Giovanni Battista Moroni, e da notevoli numerose testimonianze di pittura del Sette e Ottocento.
La famiglia Moroni che fece costruire il Palazzo, anch’essa originaria di Albino come il pittore, godeva nel Seicento di ingenti fortune grazie alla coltivazione del gelso (murù nel dialetto locale, da cui lo stemma araldico) indispensabile per la fiorente manifattura tessile del territorio.
Da venerdì 17 settembre il FAI, per la prima volta, offrirà al pubblico la visita del Palazzo, insieme ai Giardini aperti nell’estate 2020. Oltre al parco storico con i terrazzamenti all’italiana e la straordinaria ortaglia, che si estende per due ettari ai piedi della Rocca Civica, saranno finalmente accessibili anche quattro delle nove splendide sale del piano nobile, che insieme allo Scalone d’onore fanno parte del palazzo: la Sala dell’età dell’oro, la Sala dei Giganti, la Sala di Ercole e il Salone della Gerusalemme liberata. In particolare, si potranno ammirare nella Sala dell’età dell’oro tre splendide opere del Moroni - con il quale la famiglia non vanta legami di parentela, ma che acquisisce nell’Ottocento proprio per rafforzare le testimonianze di una gloria familiare basata sull’omonimia con il celebre pittore – quali il Ritratto di Gian Gerolamo Grumelli, detto Il cavaliere in rosa, quello della moglie Isotta Brembati, e infine il Ritratto di anziana donna vestita di nero.
A giugno dell’anno scorso, subito dopo il primo lockdown, la Fondazione apriva i Giardini, avendo condotto a tempo di record numerosi interventi di pulizia e ripristino dell’area verde – l’acquisizione del Palazzo era del dicembre 2019 –, e annunciando che avrebbe reso visitabili quanto prima anche le stupende sale interne. Nei difficili mesi che hanno seguito la «seconda ondata» della pandemia, sono stati infatti avviati i progetti di studio e ricerca e portati a termine con ritmi serrati i lavori di messa a norma, gli spazi sono stati dotati di nuovi impianti elettrici e di nuovi dispositivi per la sicurezza, indispensabili per l’apertura al pubblico, e i dipinti della ricca quadreria sono stati catalogati e sottoposti ai primi interventi conservativi.
L’ampia campagna di ricerca avviata dal FAI ha mirato a conseguire la catalogazione completa e lo studio della quadreria, per restituire la storia della collezione e comprendere i criteri che ne hanno guidato la costituzione. Altri ambiti di analisi sono stati lo studio iconografico degli affreschi secenteschi di Gian Giacomo Barbelli, con i necessari approfondimenti nell’Archivio di famiglia, ancora integro e sotto la tutela della Fondazione Museo di Palazzo Moroni. Sono state inoltre avviate le ricerche legate alla storia di tutti i protagonisti della vita del Palazzo e del loro ruolo nelle vicende della Città Alta, tra avvenimenti storici e sviluppo politico e urbanistico della città. Tali studi, ancora in corso, saranno perfezionati e approfonditi nei prossimi anni. Per questo progetto il FAI ha instaurato un proficuo dialogo con le principali istituzioni cittadine, per inserire la propria proposta nell’offerta culturale di Bergamo e collaborare al comune obiettivo di valorizzazione.
«Con la riapertura del piano Nobile di Palazzo Moroni - ha dichiarato l'Assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia, prof. Stefano Bruno Galli - si arricchisce notevolmente l’offerta culturale di Bergamo e della Lombardia. Un tesoro storico e artistico di ragguardevole importanza, anche nella prospettiva del 2023, anno in cui Bergamo e Brescia saranno Capitali della Cultura. Si tratta del frutto di un’intesa virtuosa e lungimirante – finalizzata alla valorizzazione del patrimonio architettonico e artistico dello storico Palazzo barocco della Famiglia Moroni – intercorsa tra Fondazione Museo di Palazzo Moroni e Fondo Ambiente Italiano. È una bellissima occasione per tornare alla fruizione della cultura dal vivo e per riscoprire uno dei più grandi pittori del Rinascimento italiano: l’albinese Giovan Battista Moroni, di cui ricorrono i cinquecento anni dalla nascita».
«Siamo onorati – ha affermato il presidente di SIAD Roberto Sestini - di aver collaborato con il FAI ai lavori di restauro e messa in sicurezza di Palazzo Moroni, uno dei palazzi storici più importanti di Bergamo e d’Italia. Con questa preziosa iniziativa il Gruppo SIAD, pur avendo dimensioni e vocazione internazionale, continua a rafforzare il proprio legame con il territorio di Bergamo».
Ringraziamo per il fondamentale contributo a favore del restauro di giardini e Palazzo Moroni la Deutsche Post Foundation. Grazie a SIAD, azienda bergamasca da anni vicina al FAI, e al Gruppo Rulmeca, per il sostegno al Restauro di Palazzo Moroni.
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