27 marzo 2012
Da ognuna delle colline che circondano San Gimignano (SI) si può godere la vista di una vera e propria cartolina: tredici torri svettano sulla città toscana, segno indelebile nei secoli del potere dell’aristocrazia urbana. Tutt’intorno, lo straordinario paesaggio rimasto inalterato nel tempo in cui la vite si accavalla all’ulivo, le lingue di bosco si insinuano fin dentro al seminativo e le colline sembrano rincorrersi in un gioco infinito. Sono proprio le torri, ciò che resta del sistema originale composto di 72 esemplari, il simbolo del centro storico di San Gimignano, inserito nel 1990 nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità UNE SCO. Fra queste, ce n’è una più speciale delle altre. Si tratta della Torre Campatelli, compresa nella struttura dell’omonimo Palazzo, l’unica ad aver conservato all’interno l’originario volume completamente vuoto e, quindi, in grado di offrire una rara testimonianza delle caratteristiche architettoniche di questa antica tipologia di edifici.
Lasciato al FAI come legato testamentario nel 2005 da Lydia Campatelli, il Palazzoè protagonista quest’anno di un impegnativo progetto di restauro conservativo e di rifunzionalizzazione della Fondazione finalizzato alla riapertura al pubblico. Abbiamo chiesto al sindaco di San Gimignano, Giacomo Bassi, di raccontarci il valore dell’edificio e l’importanza dell’intervento del FAI.
Che ruolo svolgono Palazzo e Torre Campatelli nella storia e nella tradizione di San Gimignano?
Si tratta di un bellissimo palazzo che per configurazione, posizione e qualità della tessitura edilizia rientrano nel novero degli edifici più importanti della città. Le case-torri sono il simbolo di San Gimignano, grazie al loro doppio ruolo di volumi destinati alle funzioni quotidiane dei cittadini e segno di ostentazione del potere delle famiglie aristocratiche del XIII secolo. La particolarità ulteriore di Torre Campatelli, cioè il mantenimento del rapporto originario tra corpo verticale e orizzontale, la rende ancora più unica e speciale.
Come vivono i cittadini di San Gimignano l’unicità di questo edificio?
La nostra comunità è storicamente molto attenta e gelosa della propria identità e dell’eccezionalità dei luoghi in cui vive. Un’eccezionalità riconosciuta a livello mondiale grazie all’UNESCO. Proprio l’anno scorso abbiamo celebrato il ventennale dell’iscrizione del centro storico che è il primo sito UNESCO fra i quattro della provincia di Siena e il secondo, dopo il centro storico di Firenze, dei sei della Toscana. Questi caratteri di eccezionalità sono
stati assorbiti dal DNA delle persone diffondendo la consapevolezza per cui ciò che è privato appartiene in realtà un po’ a tutti. Un approccio in perfetta linea con la visione del FAI. Durante le aperture esclusive avvenute durante la Giornata FAI di Primavera del 2009 e 2010 il Palazzo è stato visitato da una gran parte della popolazione residente di San Gimignano, da quelli che se la ricordavano da bambini perché avevano legami con la famiglia Campatelli a quelli curiosi di riscoprire una parte importante della propria storia. Proprio grazie al FAI, il Palazzo sarà presto visitabile da tutti.
Che importanza assume questo intervento per la città?
Il restauro permetterà non solo di salvare per sempre una testimonianza storica così importante ma permetterà appunto di restituirla alla comunità attraverso la riapertura al pubblico. Ma c’è di più. Il nome e la grande riconoscibilità del FAI giocheranno un ruolo fondamentale nel valorizzare e veicolare con maggior forza l’immagine della nostra città. Peraltro, questo intervento avviene in un preciso momento storico in cui la nostra comunità è impegnata in altre
grandi operazioni di recupero del centro storico. Da una parte siamo stati il primo caso in Italia di acquisizione a titolo gratuito di un bene dal Demanio sulla base della legge del federalismo demaniale. Si tratta dell’ex carcere ed ex convento di San Domenico, che trasformeremo in un grande polo culturale. L’altro intervento riguarda il complesso dell’ex ospedale di Santa Fina che sarà recuperato e manterrà le attività funzionali alla vita dei residenti.
Ci saranno anche ricadute positive sul turismo?
Ne sono sicuro. Nonostante la crisi, nel 2011 il turismo a San Gimignano è cresciuto del 10 per cento: abbiamo raggiunto 700mila pernottamenti e oltre 3 milioni di visitatori “di passaggio”. Un chiaro segnale che, in momenti di minori disponibilità economiche, le persone scelgono di concentrarsi sui luoghi più riconosciuti e amati. Il vantaggio della città è anche quello di offrire una visita piacevole quasi per tutto l’anno. Anzi, i periodi più belli per visitarla sono quelli lontani dall’afflusso turistico estivo e dei ponti. Un altro valore aggiuntoè senza dubbio il paesaggio, la cui bellezza è riconosciuta a livello internazionale. Ciò ci ha permesso di avere la più alta concentrazione di agriturismi d’Italia, uno ogni 1,3 kmq, perché il prodotto locale si lega indissolubilmente all’unicità del luogo da cui proviene. E ovviamente, per chiudere il cerchio, da ognuno di questi agriturismi si gode la splendida vista delle torri della città.
Cosa faremo
Il restauro conservativo e la rifunzionalizzazione di Palazzo e Torre Campatelli realizzato dal FAI permetterà di:
nei Beni FAI tutto l'anno
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