10 ottobre 2013
“Che senso ha continuare a costruire nel momento in cui c'è una caduta verticale della domanda in edilizia, se non per ragioni speculative?”: questo il quesito che Andrea Orlando Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha posto al pubblico presente alla conferenza stampa di lunedì 7 ottobre per la presentazione della campagna nazionale di raccolta fondi del FAI Ricordati di salvare l'Italia, che invita ad aiutare la Fondazione a mettere in sicurezza l'Italia.
In questo momento storico, ha continuato il Ministro, "ci sono le condizioni, forse perché c'è meno spinta sul fronte della rendita fondiaria, perché si approvi finalmente una legge che ponga freno al consumo del suolo". Lo scorso luglio è, infatti, stato presentato il disegno di legge sul consumo del suolo che si fonda sulla consapevolezza della necessità di recuperare l'esistente prima di costruire il nuovo, perché è inutile realizzare nuove strade, nuove ferrovie, nuovi ponti, se il dissesto idrogeologico ne distrugge una quantità forse superiore a quanto si riesce a costruire. “In Italia il problema infrastrutturale rispetto all'estero – ha dichiarato Orlando - non è tanto la mancanza di costruzione del nuovo quanto l'incapacità di preservare ciò che è già stato realizzato nel tempo. Penso che oggi questa sia la sfida più importante per la difesa non solo del Paese e del suo paesaggio ma anche della sua dotazione infrastrutturale”, basti pensare ai danni di frane e alluvioni che, purtroppo, continuano a ferire il nostro territorio isolando i centri urbani e interrompendo le arterie stradali e le reti ferroviarie.
Il consumo di suolo, l'abbandono della terra, gli abusi ambientali e la cementificazione colpiscono il paesaggio e i beni culturali italiani, vero petrolio per la ripresa economica, e sono una delle cause della mancanza di competitività dell'Italia, che fa leva anche sul paesaggio stesso. “Ritengo che l'attenzione che il FAI accende su un tema complesso come questo sia un contributo importante in un momento in cui possiamo fare per la prima volta un passo avanti: associare al termine ‘piano' il termine ‘fondo' perché non porta nulla continuare a parlare di piani contro il dissesto idrogeologico senza mai parlare di fondi per poterli realizzare”.
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