Nuova vita per l'Ultima Cena del Vasari

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Nuova vita per l'Ultima Cena del Vasari
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08 gennaio 2014

“La realizzazione di un sogno e la definitiva vittoria sui danni dell'alluvione del 1966”: così Marco Ciatti, Direttore dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, ha commentato la felice notizia del restauro dell'Ultima Cena di Giorgio Vasari, dipinto sommerso dalle acque dell'Arno e rimasto per quarant'anni nei depositi, grazie al sostegno di Prada in collaborazione con il FAI.

Sono passati quasi 50 anni dallo straripamento dell'Arno che il 4 novembre del 1966 colpì Firenze sommergendo la città e molte opere in essa custodite. Tra queste rimase immersa nell'acqua per più di 48 ore l'Ultima Cena di Giorgio Vasari, dipinto che, fortemente danneggiato, è rimasto per molti anni nei depositi di proprietà della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico delle Province di Firenze, Prato e Pistoia. Oggi, finalmente, la grande tavola del Vasari può rinascere ed essere nuovamente esposta grazie a Prada che rende omaggio alla città in occasione dell'inaugurazione del suo secondo negozio a Firenze e in collaborazione con il FAI ne sostiene il restauro presso l'Opificio delle Pietre Dure, uno degli istituti centrali del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

“Per il FAI – dichiara Marco Magnifico, Vicepresidente Esecutivo del FAI - è un privilegio poter contribuire attivamente a questo importante progetto a fianco di Prada, che da sempre ci sostiene nella missione di tutela e conservazione del nostro patrimonio artistico”. Dal 2010, infatti, la nota azienda di moda è al fianco della Fondazione per il restauro e la restituzione alla collettività di importanti opere d'arte oltre al sostegno ai Beni FAI: dalle tre arcate del palazzo dell'Archiginnasio e delle quattro statue in gesso dell'Accademia di Belle Arti di Bologna ai lavori al Sacello di San Prosdocimo nell'Abbazia di Santa Giustina a Padova, dal restauro delle tre tavole del polittico ligneo di Antonio Vivarini, custodito presso la Pinacoteca provinciale di Bari, al recupero del pozzo cinquecentesco dell'Abbazia di Cerrate. “Eravamo a conoscenza – continua Marco Magnifico - della necessità di completare il restauro dell'Ultima Cena di Vasari, ultima opera sopravvissuta non ancora ricollocata nella sua sede originaria. E' venuto quindi spontaneo proporre a Prada questo intervento di straordinaria valenza per la città di Firenze, sostenendo il lavoro dell'Opificio delle Pietre Dure, una delle massime eccellenze che fanno onore alla nostra nazione”.

Nel 2014 partiranno, dunque, i lavori di conservazione del dipinto: dopo una prima fase di diagnostica e di pre-consolidamento del colore, seguirà una seconda fase di restauro del supporto, e un'ultima fase sarà dedicata per il recupero della superficie dipinta. “Il restauro dell'Ultima Cena di Giorgio Vasari – ha commentato Marco Ciatti, Direttore dell'Opificio delle Pietre Dure - rappresenta la realizzazione di un sogno e la definitiva vittoria sui danni dell'alluvione del 1966. L'opera, considerata non recuperabile, era stata per quarant'anni nei depositi, sino a che l'Opificio delle Pietre Dure non ha affrontato questa nuova sfida, inventando soluzioni innovative per questo progetto che ben rappresenta le caratteristiche della sua attività: operatività e ricerca, unite insieme al servizio della conservazione del patrimonio artistico. Grazie al contributo di Prada e alla collaborazione del FAI, cui va la gratitudine dell'Opificio, sarà ora possibile portare avanti in maniera significativa questo importante restauro avvicinandosi così al momento della sua restituzione alla pubblica fruizione”.

Da anni, oltre a valorizzare i propri Beni, il FAI agisce su beni pubblici e interviene in situazioni eccezionali, come, ad esempio, i terremoti: è stata, infatti, restaurata la Fontana delle 99 Cannelle, monumento simbolo dell'Aquila, dopo le forti scosse che hanno ferito l'Abruzzo nel 2009, e sono in corso i lavori per il recupero del Municipio di Finale Emilia dopo il sisma che ha colpito l'Emilia Romagna nel 2012.

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