No al Ponte sullo Stretto di Messina

No al Ponte sullo Stretto di Messina

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No al Ponte sullo Stretto di Messina
ponte stretto messina

10 ottobre 2012

No al Ponte sullo Stretto di Messina: il Patto di Stabilità mette fine al progetto di un'opera irrealizzabile dal punto di vista tecnico, economico, finanziario e ambientale, al prezzo di 300 milioni di euro: la penale che il Governo dovrebbe pagare a Eurolink per la rescissione del contratto.

FAI, Italia Nostra, Legambiente, MAN e WWF Italia applaudono a questa scelta: “Apprezziamo il coraggio del Governo che ha deciso di chiudere definitivamente la partita con il Ponte” e chiedono però che presto anche la società Stretto di Messina S.p.A. venga chiusa.

Per archiviare l'idea del Ponte sono stati necessari ben 11 anni: la Legge Obbiettivo e il fallimentare Primo Programma delle infrastrutture strategiche sono del dicembre 2001, ci sono stati nove anni di progettazioni inutili. Come è possibile – si domandano le Associazioni ambientaliste - che siano questi i tempi di reazione della Pubblica amministrazione di fronte a un'idea folle? Il progetto prevedeva la costruzione di un ponte sospeso ad unica campata di 3,3 km di lunghezza, sostenuto da piloni di 400 metri di altezza (più della torre Eiffel), a doppio impalcato – stradale e ferroviario – in una delle aree, quella dello Stretto di Messina, a più elevato rischio sismico del Mediterraneo e a più grave dissesto idrogeologico in Italia, tutelata rigidamente per i suoi valori naturalistici e paesistici da norme comunitarie nazionali.

FAI, Italia Nostra, Legambiente, MAN e WWF Italia chiedono al Governo di effettuare una severa e approfondita verifica “degli interventi documentati da titoli giuridici perfezionati alla data di entrata in vigore della Legge di Stabilità 2012 (come risulta che sia scritto nella norma approvata ieri dal Consiglio dei Ministri) prima di rendere disponibili i 300 milioni di euro” stanziati ieri dal Governo. Sarebbe scandaloso se la mancata realizzazione del Ponte ci venisse a costare 609 milioni di euro: 300 milioni di euro di penalità non dovute, da aggiungere ai 26 milioni di euro per realizzare appena 1.1 km di bretellina ferroviaria a Cannitello in Calabria, che doveva essere costruita da RFI e poi nel 2009 è stata affidata incomprensibilmente al General Contractor Eurolink (capeggiato da Impregilo). A queste cifre dobbiamo aggiungere più di 283 milioni di euro (dichiarati al novembre 2011) che Stretto di Messina SpA ha speso per il suo “funzionamento”, per studi improduttivi e progetti irrealizzabili

A proposito delle clausole di recesso, l'articolo 44 del Contratto del 2006 tra Stretto di Messina SpA ed Eurolink stabilisce che Eurolink avrà diritto, “a definitiva e completa tacitazione di ogni diritto e pretesa (…) esclusivamente al pagamento delle prestazioni correttamente eseguite al momento del recesso e al rimborso delle spese sino a quel momento sostenute” integrato da un indennizzo. E siccome ad oggi il progetto definitivo, ritenuto ampiamente lacunoso dal Ministero dell'Ambiente, che ha richiesto 230 integrazioni, non è stato approvato in procedura di VIA, né dal CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), la cifra eventualmente da corrispondere non potrà che essere molto inferiore ai 300 milioni di euro stanziati.

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