Nel 2012 altre tre sfide da vincere insieme

Nel 2012 altre tre sfide da vincere insieme

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Nel 2012 altre tre sfide da vincere insieme
Marco Vitale

09 gennaio 2012

Quella che stiamo vivendo non è solo una crisi economica ma una vera e propria crisi del modello di sviluppo occidentale. Le crisi come questa offrono però un'imperdibile opportunità di cambiamento per chi ha il coraggio di reagire riscoprendo i Valori più importanti. Fra questi Valori figura senza dubbio la cultura, che può e deve diventare uno dei fattori chiave per il rilancio economico e civile del nostro Paese. Di questo ne è fortemente convinto il FAI che, dopo aver “regalato” agli italiani nel 2011 tre gioielli come il Negozio Olivetti in piazza San Marco a Venezia, Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (PD) e il Bosco di San Francesco ad Assisi, conferma la sua volontà di affrontare la crisi anche nel 2012 con la sua arma più efficace: la concretezza. Altri tre Beni infatti si apprestano a essere salvati e valorizzati: l'area naturale di Punta Mesco a Levanto (SP), uno splendido tratto di paesaggio delle Alpi Orobie in Valtellina e Palazzo Noha, che fa parte dei Sassi di Matera. Tre Beni che, ognuno a suo modo, testimoniano uno straordinario rapporto di rispetto e integrazione tra Uomo e Natura nel corso dei secoli che il FAI sempre più è impegnato a proteggere e valorizzare. Abbiamo chiesto a tre importanti esponenti del mondo della cultura e dell'economia, personalmente molto legati a questi luoghi, di raccontarci il loro immenso valore per la collettività.

PUNTA MESCO
Maurizio Maggiani

Maurizio Maggiani (scrittore)
“Il santuario delle Cinque Terre”

Al Mesco ci vado da quand'ero ragazzino, e ci salgo tutt'ora ogni anno almeno una volta perché per me rappresenta un'ascesa mistica, un pellegrinaggio. È un promontorio bellissimo,è il confine che delimita le Cinque Terre, è un
po' il suo santuario. Percorrendo la spossante strada militare costruita dai tedeschi che parte da Monterosso, si arriva in cima e da lì si ha un'incredibile vista dell'oceano. Intendo proprio l'Okeanos nel senso classico, il fiume
che separa il mondo dei vivi dall'aldilà. In questi luoghi c'è stato nei secoli un miracoloso equilibrio tra il lavoro dell'uomo e il contesto naturale, la gente ha vissuto per secoli di agricoltura in una terra inadatta costruendo monumentali ed epiche costruzioni a gradini e terrazzamenti. Adesso non è più così perché l'industria turistica ha spazzato via tutto. Il progetto del FAI permetterà di salvare e recuperare queste tradizioni. Le terribili alluvioni
dell'ottobre scorso proprio in queste aree testimoniano la necessità di riconquistare un territorio che rischiamo di perdere definitivamente. Portare memoria è fondamentale per poter poggiare i piedi sul solido e non vivere nelle vertigini. Questo progetto di valorizzazione è un segnale forte che mi rende più tranquillo, perché io al FAI affiderei persino la mia casa.

PUNTA MESCO
Donazione: Immobiliare Fiascherino, marzo 2009
Bene: 45 ettari di terreni e piccoli fabbricati rurali situati sulla sommità del Promontorio che separa l'insenatura di Levanto da quella di Monterosso.
Valore storico-paesaggistico: nei secoli l'opera dell'uomo ha modellato il paesaggio senza alterarne i delicati equilibri ecologici ma anzi esaltandone la bellezza.
Il progetto del FAI: riqualificazione e valorizzazione delle aree naturali; riqualificazione dei sentieri; recupero degli edifici storici; sviluppo modello gestionale di fattoria ecologica.

ALPI OROBIE
Marco Vitale

Marco Vitale (economista)
“Una passeggiata per tornare a essere umani”

Le Alpi sono la più bella catena di montagne del mondo. Ma, Dio mio! Che cosa ne abbiamo fatto? La Valtellina ha subito il destino comune ad altre valli alpine male amministrate, dove le forze cieche del mercato sono state lasciate libere di crescere disordinatamente. Un destino distruttivo che, come ci dimostrano molte valli alpine austriache, può essere evitato pur garantendo un buon sviluppo economico. Alcune valli laterali però sono riuscite per ora a salvarsi perché protette dalla loro asprezza e dalla mancanza di impianti sciistici, come le meravigliose Val Masino e Val Grosina e la valle chiusa dove si collocano gli Alpeggi Tirinzoni. Qui una montagna dolce e umana, una natura accattivante e coinvolgente ci accoglie con amore, pur senza nascondere i problemi: la mancanza di una politica responsabile a sostegno dell'agricoltura di montagna, il venire meno di antiche proprietà e la crescita
dei costi di manutenzione portano spesso al rischio di abbandono e spopolamento. L'intervento del FAI permetterà di trasformare queste baite in strutture ricettive per gli escursionisti della Gran Via delle Orobie, un luogo ideale per insegnare ai giovani a conoscere e quindi amare la montagna. E potrà ricreare quel rispettoso equilibrio tra uomo e natura che, come spiegava Carlo Cattaneo, ha permesso la nascita delle bellezze naturali della Lombardia. Sono ambienti adatti a chi sa che camminare in boschi integri è un'emozione che aiuta a ritornare a essere umani. Il progetto del FAI è un messaggio di speranza e un'azione concreta che permetterà di recuperare questa consapevolezza.

ALPEGGI TIRINZONI, ALPI OROBIE
Donazione
: lascito testamentario dell'Arch. Stefano Tirinzoni, 2011
Bene: Cime del Monte Pisello, Monte Culino e Monte Lago; alpeggi della Madrera, della Baita Eterna e della Pedroria; 200 ettari di boschi e pascoli.
Valore storico-paesaggistico: l'area è attraversata dalla Gran Via delle Orobie, il percorso escursionistico più importante del Parco delle Orobie Valtellinesi e vanta diversi esemplari di fauna alpina e resti di antiche mulattiere e miniere del ferro.
Il progetto del FAI: sistemazione sentieri; trasformazione della Pedroria in rifugio e punto FAI; creazione di laboratori didattici di educazione ambientale; gestione ecosostenibile di alpeggi per le mucche e produzione formaggi.

PALAZZO NOHA
Lina Wertmuller
Lina Wertmuller (regista)

“Un multicolore mantello di arlecchino”

I Sassi di Matera sono un luogo davvero speciale: una città straordinaria costruita nella montagna che unisce un antichissimo passato di grotte e abitazioni con un modo insolito e moderno di vivere la comunità. Quando erano ancora popolati, il bianco e il beige dei Sassi erano animati da macchie di colore: le gonne nere delle donne, le caprette, i fazzoletti rossi. Oggi questa bellezza rischia però di perdersi: così come accaduto anche ad altri gioielli italiani, per colpa di un turismo sfrenato questa meraviglia corre il rischio di perdere la propria verità, di trasformarsi in un grande albergo travestito da sassi. Progetti di tutela e valorizzazione come questo del FAI sono fondamentali per salvare la straordinaria ricchezza di storie e culture che rendono unico il nostro Paese nel mondo. Quando ero piccola si parlava dell'Italia come del Paese dal mantello di arlecchino. Ci vorrebbero 10, 100, 1000 FAI per salvare ogni tassello di questa splendida diversità. Ma d'altronde, il FAI fa miracoli…

PALAZZO NOHA
Donazione
: donazione famiglie Fodale e Latorre, 2004.
Bene: edificato tra il XVI e il XVII secolo, rappresenta uno degli esempi più significativi di architettura privata dei Sassi di Matera.
Valore storico-paesaggistico: Patrimonio UNESCO dal 1993, i Sassi di Matera sono una struttura urbana unica al mondo con interi quartieri scavati direttamente nel tufo della montagna. Uno straordinario esempio di un
sostenibile rapporto tra uomo e natura.
Il progetto del FAI: consolidamento strutturale dell'edificio, restauro degli ambienti e loro recupero funzionale finalizzato alla creazione di attività culturali come mostre, seminari e serate musicali.

Foto: la vista del Mar Ligure che si gode da Punta Mesco a Levanto (SP) in cui si intravede Portofino.

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